Quinto giorno a Praga!

Carissimi,

volendo dar seguito all'illazione del prode Giulio, secondo il quale dalle foto si vedrebbe un mio gonfiarmi repentino, sono qui a giustificare la quantita' di cibo ingurgitato con le lunghe, estenuanti e pertanto energeticamente provanti, camminate alle quali Paola mi sottopone!

Ebbene, volendo parlare di camminate, stamane possiamo raccontarvi di aver fatto molti kilometri, ma senza stancarci. Dopo una notte passata ad imprecare contro 3 sgualdrinelle sedicenni appena arrivate, che hanno scambiato il silenzioso (fino a ieri) ostello per una discoteca e pertanto tenuto musica alta in camera fino all'una, ora in cui hanno deciso di recarsi (pressoche' nude) nella discoteca qui vicino al ponte, dopo dunque una notte di questo genere (perche' altro casino si e' sentito al loro rientro verso le 6, con porte sbattute e risa da ubriache), ci siamo svegliati (o meglio, ci siamo alzati) di buon'ora perche' avevamo in programma alcune visite dai tempi serrati, che pertanto non permettevano perdite di tempo.

Fatte fuori le ultime crostatine e gli ultimi intruglietti che siamo riusciti a farci grazie al bollitore, scendiamo per strada alla volta del ponte Carlo, direzione Palazzo Reale. L'ascesa mi fa sudare e il leit motiv della maglietta fradicia mi accompagnera' per il resto del giorno! Visitiamo pertanto con la dovuta solerzia il palazzo reale e quanto ci rimane da visitare da ieri (sensazionale che qui i biglietti valgano due giorni, in modo da poter fare tutto con la massima calma), per poi catapultarci verso il ponte Cechov perche' alle 12.00 parte la crociera tanto sospirata.
Dovete sapere che rincorriamo questa crociera da giorni: volevamo inizialmente fare quella di sera, ma ogni sera qui ha sempre diluviato. Oggi ci siamo impuntati sul fare almeno quella a pranzo. Prendiamo il biglietto e mai danaro fu ben speso. Sebbene il pranzo a buffet lasci il tempo che trova, la crociera si rivela dolce e romantica, permettendoci di assaporare una Praga differente da quello che normalmente si vede. Poco ci hanno scomposto le gocce di pioggia, che abbiamo salutato seduti su una panca del battello scoperto, sotto il nostro pratico ombrellino arancione, regalo e ricordo di cari amici politecnici!
Conclusa la crociera, durante la quale aveva pesino fatto capolino il sole, ci siamo diretti al ponte Carlo per comprare un souvenir che potrete trovare un giorno in casa nostra... Non facciamo in tempo a sceglierlo e comprarlo che viene giu' il finimondo. Di corsa sul ponte Carlo, mentre ci si affretta verso casa, Paola e' intenta a difendere dall'acqua il prezioso souvenir, infilandoselo sotto la maglia: con una mano tiene l'ombrello, con l'altra la borsa, la pioggia aumenta sempre piu' e si sente pure dire da Marco "Presto, presto! Passami la macchina fotografica!"... La risposta data non si puo' qui ripetere! Infine guadagniamo finalmente casa, mentre la solita maglietta di Marco, gia' provata dal sudore della mattina, si prende tutta la pioggia possibile e immaginabile, soprattutto perche' lo sciagurato, incurante del nubifragio che si sta abbattendo su di lui, continua imperterrito a scattare foto! Per fortuna l'ostello e' a 30 metri dal ponte, quindi siamo salvi in breve!

Passeremo il pomeriggio a leggere e a dormire, data la notte brava (vissuta a danno nostra da altre...)
Tre chicche in questa giornata sono:
1. la mattina presto, prima di uscire alla volta del palazzo reale, Marco ha l'idea idiota di spostare lo stendino (sapete quello con le due ali che si aprono) contro la porta delle 3 di cui sopra, con una delle due ali appoggiate alla porta. Ci saremmo crogiolati per il resto della giornata al pensiero che, alla prima che avrebbe aperto la porta, le sarebbe caduto in testa il braccio dello stendino. Al ritorno abbiamo lanciato sguardi in cerca di bernoccoli, ma il phard era troppo spesso su ognuna per scovarne minima traccia.
2. La seconda e la terza chicca riguardano Paola. Stamattina, Marco si sveglia premuroso e prepara la colazione per entrambi. Si avvicina al letto per svegliare dolcemente Paola la quale, dopo una notte passata a dormire con i tappi per contrastare il russo di Marco e il baccano delle 3 broccole-col-bernoccolo, pensa bene di sollevarsi energicamente e sbattergli il piumone addosso, facendogli la doccia di caffe' caldo. Il self control di Marco qui guadagna immantinentemente 10000000 punti.
3. L'ulteriore chicca della signorina Oss Emer avviene al suo risveglio dopo un pomeriggio di sonno, quando, ancora nel dormiveglia, farfuglia una frase senza un apparente senso ad un Marco lettore del suo romanzo di mare. Premuroso Marco gli si avvicina a 40cm circa con la faccia pensierosa e interrogativa, accennando un "Eh?", quando Paola schiude gli occhi lanciando un urlo terrorizzato, neanche avesse visto la faccia di ET vestito da carnevale. Marco fa un balzo indietro imbracciando una calibro 38, deciso a farla (Paola) finita, quando il self control si rifa' avanti, guadagnando in un istante altri 10000000 punti di benemerenza!!!

Il resto della serata si trascorre alla ricerca di souvenir (secondo la versione di Paola) e alla ricerca di psicofarmaci per Paola (secondo la versione di Marco). Finito il giro perlustrativo, si prova l'ultimo locale, molto informale e dall'ottimo menu', nel quale Paola ormai da' prova di saper bere birra senza storcere il naso e Marco (con l'aiuto della PsicoPaola) che dichiara guerra con vittoria (alata) ad una mezza anatra con crauti dal sapore di-vino!

Concluso il romanzo (Marco), calmati i nervi (Paola), entrambi ci si ritira per deliberare!

Un abbraccio,
PsicoPaola & il suo PsicoFarMarco

Quarto giorno a Praga!



Carissimi,

la giornata inizia tardi: forse Marco ha sognato tutta la notte grigliate di carne e boccali di birra e non ha smesso un minuto di russare, a discapito di Paola che ha dovuto recuperare almeno qualche ora di sonno la mattina, mentre il riposato Marco leggeva le esternazioni di Domenech.
Stancamente verso mezzogiorno ci si avvia su ponte Carlo, verso la chiesa di San Nicola (un'altra), dal barocco bello e sfarzoso.
Vista l'ora non perdiamo l'occasione di infilarci in uno scantinato dal nome invitante (Steak House), con l'obiettivo di rendere ancora piu' difficile la salita pomeridiana al castello.
Pagato il conto rigorosamente cash, entriamo nei giardini reali, e attraverso viti e roseti, raggiungiamo il castello vero e proprio (che non visiteremo). In realta', grazie ad un biglietto cumulativo che dura due giorni, possiamo visitare la stupenda chiesa di San Vito, il convento delle monache (ormai sede di una mostra di manierismo boemo) e la parte di storia del castello!
Ci riserviamo per domani il secondo round: ovvero castello e annessi!!
Appena usciamo inizia a tuonare e a piovere fitto. Siamo su una collina, a un buon chilometro da qualsiasi riparo: mettendoci l'anima in pace e con due mini ombrelli, ci muoviamo verso il fiume, sul quale avevamo una mezza intenzione di fare una gita in barca. Anch'essa rimandata a domani!
Ci concediamo allora un'ultima corsa verso un souvenir che noterete adornera' la nostra casa e proviamo un nuovo ristorante. Sara' gradita la zuppa calda (quasi fosse Natale, mentre e' il 10 agosto, quindi auguri a tutti i Lorenzi) e uno stinco di porco da condividere, cucinato in birra scura, che non si rifiuta mai a nessuno!!!

Barcollanti e fradici si torna a casa e, prima di ritirarci per deliberare, un pensiero a tutti voi che ci seguite da lontano e che non vedevate l'ora di leggere queste righe sconnesse!!!

Un abbraccio,
Paola & lo stinco
Marco & la zuppa

Terzo giorno a Praga



Carissimi,

eccoci di nuovo a raccontare le nostre peripezie! Oggi siamo stati in giro per le vie della Citta' Vecchia. Dopo un caffe' di dubbia qualita' (nonostante tu lo chieda short e loro ribadiscano "piccolo!", te lo portano very long), i nostri passi ci conducono in una piazza vertiginosamente bella nella quale visitiamo a rotazione il municipio (con l'orologio astronomico e la torre), la chiesa di San Nicola e il tempio di Tyn. Chicca di questo giorno e' l'assoluta incapacita' di Paola di ascoltare le spiegazioni della guida, mentre e' intenta a fare foto! Si perdera' molte notizie su Kafka (pallosissime per la verita'...) e molto altro!
Il pomeriggio volgera' al brutto tempo, quindi, per evitare di bagnagnarci, diveniamo ferratissimi in merito a calici/bicchieri e cristalleria (i negozi di cristalli di Boemia qui abbondano). Sa mai che potra' esserci utile un giorno...

Dopo una lunga passeggiata, alla ricerca di scorci significativi, nel tardo pomeriggio il nostro lettino ci accoglie per un pisolino ristoratore, fino al momento di ritrovare un gradito vecchio amico: il pub Rudolfinus che avevamo provato la prima sera!
Questa sara' la volta di una grigliata mista di carne, che non ha nulla a che invidiare a quella di Valdellatorre!

Torniamo strisciando a casa, per leggere un po' mentre Marco lottera' ancora con 4/5 corse al bagno notturne, dovute alle due birre necessarie a buttare giu' la cena!!

Ritirandoci per deliberare, vi abbracciamo con affetto,

Paola & Marco

Secondo giorno a Praga




Carissimi,

la giornata oggi e' iniziata molto tardi e lo stinco di porco ancora e' ben presente nella mente e nel corpo!
Paola oggi ha il compito di guidare la ciurma verso il primo vero giro di Praga. Destinazione: quartiere ebraico!
Nonostante il caldo insopportabile, i nostri occhi sono affascinati dalle case, dalle facciate spettacolari, sormontate spesso da tetti con guglie e mansarde. Il nostro obiettivo e' di visitare la sinagoga piu' importante della citta' e il famoso cimitero ebraico! Facendo il primo biglietto, pero', scopriamo che abbiamo diritto di visitare una serie di altri luoghi del culto ebraico... e allora inizia il tour! Marco si e' dovuto mettere la kipah in ognuno di questi luoghi. Il piu' interessante di tutti e' stato certamente il cimitero, dove un ammasso di lapidi con iscrizioni ormai cancellate dal tempo ricordavano un po' il Pere Lachaise di Parigi.

Dopo un pranzo veloce, logorati dal lungo cammino, ci dirigiamo verso un grande magazzino per fare qualche acquisto: troviamo delle camicie a 60 corone... un rapido calcolo (2 euro) ci fa capire che potremmo sbilanciarci a prenderne una dozzina!
Usciamo dal supermercato con due camicie nuove di pacca, qualche bottiglia di liquidi da bere, due gelati e delle merendine ("...per quando ci viene fame!" Paola dixit).
Non stanchi del giro svolto, ci avventuriamo sul lungo fiume, dal quale deviamo per un museo insolito: strumenti di tortura medioevali! Fieri di questa parte di storia della chiesa (???), ci ritiriamo per riposarci in camera!

La sera ci vedra' ospiti di un ristorantino dalla cucina sopraffina ( http://uzlatehotygra.cz/uvod.htm) e protagonisti di un'ultima passeggiata, mentre il tempo comincia a rinfrescare, grazie a qualche goccia di pioggia!

Vogliamo pero' lasciarvi con una massima, che ha lasciato tutti di stucco. Paola si cimenta nell'inglese, ordinando addirittura "two coffee" alla cameriera. Corretta bonariamente da Marco sulla mancanza della 's' plurale, impertinente risponde: "Ma tu in italiano, mica ordini due caffi'!"
Di fronte a cotale sfoggio di saggezza, nulla puo' il pover'uomo, che, anche questa sera, decide di ritirarsi per deliberare!!!

Un abbraccio a tutti,
Marco & Paola (caffi')

Primo giorno a Praga



Carissimi,

dopo il ritorno da Israele, una scuola di dottorato a Bressanone (che non sono mai riuscito a raccontare) e il temuto (ma bellissimo) Campo di Gruppo, finalmente l'agognata vacanza!
E' con sommo piacere che condivido con l'esimia Paolina la stesura (a doppia mano, immaginate il casino nel dover digitare una lettera ciascuno :-)) dei prossimi post da Praga!!!

La vacanza ha finalmente avuto inizio stamattina, quando alle ore 11 circa, ci mettiamo in viaggio per Milano Malpensa. Mai la fida 147 si e' presentata tanto vuota: la tirchiaggine ci porta a comprimere i nostri bagagli in due miseri zainetti da portare con noi sull'aereo, visto che con l'Easyjet trasportare il bagaglio in stiva costa ben 15 euro!!! ... per poi farcelo perdere, come si sente in questi giorni!!!
Arriviamo puntuali, ma la fila per il check-in di circa 1 ora e il cambio valuta, il controllo sicurezza e quello passaporti di un'altra ora e mezzo, ci fanno arrivare per ultimi all'imbocco del gate, quando gia' stavano annunciando i nostri nomi! Che figura di m...
Ci imbarchiamo, i posti a sedere non sono vicini, ma saremo divisi dal corridoio. Questo conservera' (durante il decollo, i vuoti d'aria e l'atterraggio) intatta la mano di Marco, altrimenti stritolata dalle unghie dell'impaurita Paola!
Il volo vola in un attimo e a Praga non dobbiamo neanche aspettare i bagagli. Usciti dall'areoporto cerchiamo di capire come fare due biglietti del pullman: ci sono 8 tariffe diverse tutte scritte in ceco, e le macchinette accettano solo monete mentre noi abbiamo banconote da 10 volte tanto! E' li' che scatta il colpo di genio di Paolina: abbiamo trovato un distributore di bevande che accetta sia corone che euro, noi infiliamo euro e riceviamo corone di resto!
Preso il bus 119 e, di seguito, la linea 1 verde, ci troviamo nel centro di Praga, vicini a Charles Bridge che passa sul fiume Moldava, Vistola o Elba... ancora non avevamo capito bene di quale si trattasse. Marco ipotizzava anche il Nilo, ma non ci avrebbe scommesso la sua Alfa... (meglio per lui...)! Dopo qualche peripezia per trovare l'ostello (secondo l'ufficio informazioni non esisteva un ostello con questo nome!), tutti sudati e accaldati ci ritroviamo davanti ad un portone in legno! Ci accoglie una ragazza che ci porta al terzo piano (senza ascensore), dove, in una mansardina tutta ristrutturata, ci attende la nostra camera! Il luogo e' confortevole, pulito, nuovo. La stanza ha gli abbaini e sulle pareti si stende un cimitero di insetti spiaccicati dai precedenti inquilini. Si vedono i tetti delle altre case in lontananza e c'e' il bagno in comune con vasca e lavatrice. La useremo mai?? Mah! Siamo nel pieno centro di Praga a due passi da Charles Bridge e abbiamo uno stupendo bollitore in camera, il tutto ad un prezzo irrisorio: cosa vogliamo di piu' dalla vita? DORMIRE!!!!

Dopo un sonno ristoratore, la pancia inizia a richiamare la nostra attenzione, ormai insoddisfatta del misero panino ingurgitato a Malpensa! Chiediamo consiglio su un posto tipicamente ceco e ci ritroviamo in una bettola: Rudolfinum House. La serata, come testimoniano le foto, prevedera' un veloce assaggio di insalata, mentre sulla distanza realizza i piu' reconditi sogni di Marco: uno stinco di porco accoltellato da sapienti chef fa la sua comparsa sul desco, scelto a caso da un menu' assolutamente incomprensibile. A Paola e' toccato in sorte uno spezzatino di vitello con il gulash, piatto certamente piu' pertinente al tipo di persona!
Insomma, al grido: Lasciate ogni speranza voi dietologi... ci facciamo sotto e il risultato finale, bisogna ammetterlo, e' a favore dello stinco di porco, che resiste ai ripetuti attacchi di Marco, il quale deve desistere di fronte all'ennesimo anfratto colmo di carne che gli si para davanti sollevando l'ultimo lembo di pelle!!
Unica consolazione e' il doppio boccale di birra Urquell, che viene a costare meno dei due bicchieri di acqua di Paola che, tirchia com'e', sta pensando di convertirsi all'alcool pur di risparmiare 10 corone!!!

Stremati dal cibo, ci si ritira per deliberare!!!
Un abbraccio a tutti,

Marco & Paola

XIX Giorno: Gerusalemme!



Carissimi,

raccontare i due giorni passati a Gerusalemme mi spaventa, perche’:
1. e’ stata lunga, quindi temo la lunghezza del post
2. e’ stata complessa, quindi rischio di non essere rigoroso, ne’ completo
3. e’ stata intima, quindi non so quanto raccontare, ne’ quanto tacere.

Tutto questo per dire: prendete questo racconto con la relativa cautela! E’ la visita a Gerusalemme di un finto pellegrino che ha cercato di assaporare al meglio una citta’ che si visita in diversi giorni, non in poche ore!


Il viaggio!

Sveglia ore 6.50, colazione, doccia, chiusura valigia, vestizione, chiusura casa, lancio dell’immondizia nel cassonetto cercando di non beccare i gatti pronti a farne mambassa, corsa verso la fermata del pullman, il pullman 470 della Egged arriva nel mio stesso istante, pago da studente l’equivalente di 6 euro e mi volto per trovare posto: un delirio di persone. Tantissimi soldati, alcuni seduti a terra con tanto di valigie in mezzo al passaggio. Uno mi cede il posto e mi sento un po’ nonnetta, ma non vuole sentire storie; forse qui vige la legge non scritta che i militari sono galanti con tutti, non solo con donne/anziani/bambini. Mi siedo vicino al suo collega che ha sulle gambe un lancia fumogeni o un mini bazooka da apprendista. Ad ogni modo, visto il calibro, mi sento subito sicuro!
Viaggio comodo, aria condizionata a manetta, sudore che mi si ghiaccia addosso e non c’e’ neanche il Pier Paolo di turno che mi chiede se voglio cambiarmi la maglietta! Mi sento perso! :-p


Arrivo!

Scendo dall’autobus, passo il controllo dei bagagli con il metal detector (tra l’altro sui metal detector c’e’ scritto, per gli Ebrei piu’ ortodossi, che l’autorita’ rabbinica ha decretato non essere peccato passare dal metal detector il sabato. Lo stesso messaggio lo trovero’ nel pomeriggio vicino al Muro del Pianto. Saro’ maligno nel pensare ad una scelta di comodo? Altrimenti risulterebbero prigioneri di se stessi? Pensate, il Muro del Pianto deserto il sabato? Avranno pensato che questo fosse piu’ sacrilego del passare in mezzo ad un campo di onde elettromagnetiche...
By the way, passo il controllo e via a prendere il bus per il Jaffa Gate. Quale sara’? Mi indicano il 30, si sono sbagliati solo di 10 numeri, in realta’ mi serve prendere il 20. Ma vi devo spiegare tutto io, cavolo di Gerusaliti (o come vi chiamate...)?
Arriva il 20, salgo, pago e facciamo 20 metri, tanti quanti il numero del pullman, poi congestione totale del traffico. La gente comincia a scendere, ma io mi dico: “ ’Ndo te ne vai che non sai la strada e hai la valigia pesante come quella di Paris Hilton alle porte del carcere?” Quindi mi accuccio in un angolo, dopo dieci minuti la situazione si sblocca e si procede verso il capolinea. Sono a Jaffa Gate, l'entrata dall'omonima via alla Old City, dalla parte del quartiere cristiano/armeno!
Sudato, mi trascino la valigia e trovo Casa Nova, il luogo di ospitalita’ Francescana in cui ho prenotato.
Mi danno la camera, perfetta per un prezzo irrisorio, mi sciacquo e mollo tutto: le mie armi d’ora in poi saranno: cartina, macchina foto, cellulare, soldi e il passaporto se dovessero chiedermi qualcosa!


Primo impatto, primi luoghi!

Prima sorpresa assoluta, mentre cammino per St. Francis Street poco lontano da Casa Nova: mi si parano davanti due militari un po’ strani, un po’ stile Guardie Svizzere. Mi sorpassano ed entrano in una porticina. Guardo l’insegna: Arab Catholic Scouts. Che bello! Ho trovato subito gli scout a Gerusalemme! Che famiglia! Che bello vederli tutti in uniforme, persino con gli scarponi in coordinato!
Ma il mio buon umore termina qui! Infatti, il primo impatto con le viuzze di Gerusalemme e’ tremendo. Avevo una fifa pazzesca: alle 10.00 di mattina le viuzze di Gerusalemme sono un brulicare di persone, nessuna lingua amica, tutti che ti assalgono per venderti qualcosa, tu che cammini da solo senza capire dove sei e senza saperti orientare e che non sai dove tenere le mani per evitare fastidiosi scippi! Non puoi neanche fermarti a vedere la cartina, che ti ritrovi subito un souvenir in mano! Viuzze strette, un’odore acre di cibo cucinato con spezie particolari, estrema diffidenza (da parte mia), alla fine mi ritrovo in una via coperta piena di negozietti zeppi di roba, chiamata Cristian Quarter Road, molto simile ad un mercato coperto, stile Porta-Palazzo-Gomito-a-Gomito. Per un attimo ho pensato di vedermi uno a fianco con un coltello pronto. Ripensandoci poi, mi daro’ in continuazione dello stupido per tutto il resto della giornata!
Mi ero ripromesso la mattina a Be'er-Sheva di andar di filato al quartiere ebraico, perche’ avevo visto che il Museo Archeologico Wohl il venerdi’ e’ aperto solo di mattina! Sarebbe stata una bella opportunita’, quella di visitare dal vivo delle abitazioni del periodo erodiano, venute alla luce dopo la ricostruzione di questa zona.
Ma il Signor ha un’idea ben diversa e infatti, appena possibile, mi piazza davnti un cartello con sopra scritto: "Monastero Copto", che sapevo essere alle spalle della Basilica del Santo Sepolcro.
Pertanto devio e mi trovo alla nona stazione della via crucis (non avevo capito che ne avevo passate molte altre, me ne sarei accorto nel pomeriggio). Della via Crucis parlero’ in seguito, ricordatemelo!
Mi ritrovo quindi, senza averlo preventivato, ivi stranamente calamitato, davanti alla Basilica del Santo Sepolcro...


La Basilica del Santo Sepolcro!

... non so quante emozioni colmassero il mio cuore in quel momento, pero’ faccio difficolta’ tutt’ora a metabolizzare, dopo aver visitato quel luogo quattro volte in due giorni.
La Basilica e’ qualcosa di strano: come molti altri posti in Gerusalemme, e’ stata costruita su dei luoghi che la tradizione vuole essere quelli in cui avvennero i momenti importanti degli ultimi giorni di Cristo. Gia’ l’aver costruito sopra un luogo sacro, e’ una pratica a cui non ero abituato: un luogo sacro, lo si delimita, non gli si sovrappone nulla! Per di piu’ vi hanno costruito, senza nessun progetto, ma con l’idea che tutto andava spartito. La Basilica e’ tutto e il contrario di tutto. Luogo di profonda preghiera (non di raccoglimento, perche’ il vero raccoglimento lo trovi in altri luoghi; ad esempio, ve ne era a mio parere molto di piu’ nelle grotte di Lourdes... provate, infatti, a pregare vicino ad un ortodosso, e’ un gran casino...), ma luogo di profonda divisione!
Si pensi solo al fatto che la Basilica e’ divisa a spicchi a seconda delle controversie, dei bisticci e degli incendi che nel corso dei millenni ne hanno scandito e sancito il controllo di una confessione piuttosto che di un’altra: cristiani latini, ortodossi, copti, etiopi. Non sta a me raccontare e banalizzare queste vicende, ma rimango comunque triste e con l’amaro in bocca!
Passiamo pero’ alla parte positiva, che c’e’ ed e’ la preponderante! Pregare davanti alla rocca del calvario, inginocchiarsi davanti al Santo Sepolcro, visitare i luoghi in cui (la tradizione) dice che l’Angelo apparve alle Donne, sono sensazioni per un credente che non si possono esprimere! E’ comunque un’esperienza profonda, direi mistica. La mia preghiera ha abbracciato tutti, credo di non aver dimenticato nessuno, quindi, se per caso oggi o nei giorni seguenti dovesse girarvi bene la vita, sappiate che il Signore vi ha fatto la grazia di stendere la mano sulla vostra testa, se invece succede l’opposto, vuol dire che siete dei casi irrecuperabili!!!

Giro Tranquillo!

Passato il giusto tempo al Sepolcro, comincio ad avventurarmi per le vie del quartiere cristiano.
Seconda tappa, non preventivata, come ogni altra del resto, la chiesa Luterana. Dentro spoglia e bruttissima, ma con un un campanile maestoso. Gli studenti salgono per due Shekel (40 centesimi) e mai affare fu cosi’ grande! Mi trovo sulla cima della torre campanaria a godere di una vista impareggiabile. Si vedono benissimo tutti i quartieri della citta’ vecchia! Strabiliante! Faccio compagnia ai piccioni per un po’, poi scendo!
Sono nel Muristan, esagono di vie che convergono in una fontana centrale e luogo pieno di... provate ad indovinare? Bancarelle, of course!
La fame mi porta da un kebabbaro li’ accanto che me ne fa uno arrotolato in pita-bread spettacolare. Nonostante avesse carne di montone, quindi fosse dal gusto bello deciso, e’ calato alla grande! Tornero’ per una merenda da questo tizio, che al mio ritorno subito si ricordera’ facendomi assaggiare un altro tipo di kebab in pita-bread ma con un hamburger misto carne e verdure. Una leccornia cari miei!
Mi addentro in Cristian Quarter Road e mi ferma un gioielliere arabo che scopre la mia nazionalita' italiana. Comincia a parlarmi in italiano, mostrando che sta imparando la ligua, allora facciamo due chiacchiere, poi mi invita a sedermi e mi offre un the caldissimo con zucchero, tirando fuori un quadernino. E' bellissimo vedere come si fosse scritto tutte le frasi in italiano (da destra verso sinistra) ma translitterate in arabo! Mi chiede di correggergli la pronuncia e di tradurgliene altre dall'inglese! Poi mi lascia andare, dopo aver insistito invano nel convincermi a comprare dei gioielli!
Obiettivo adesso e’ capire come si dipana la Via Crucis. Anche qui scopriro’ che tutto si mischia, come nel Santo Sepolcro. Infatti la Via Crucis parte dal quartiere musulmano, si srotola in una via piena di negozi musulmani vocianti e sale verso il quartiere cristiano e il Santo Sepolcro! Per il momento la percorro al contrario, Gesu’ prima si rialza e poi cade, prima muore e poi viene messo in croce, insomma, se non avessi abbastanza presente lo svolgersi della vicenda, andrei in ulteriore panico.
Visito pertanto le varie stazioni, ognuna con un’edicola o una cappella, finche’ ormai lontano dal frastuono musulmano, arrivo al Convento della Flagellazione, dove Pilato disse: “Ecce Homo”, lavandosi le mani.
Con una simpatica guida sdentata e improvvisata, entro a visitare le fondamenta del Convento (anche qui stesso discorso, costruire un convento su un luogo cosi' importante come la Fortezza Antonia). La visita e’ spettacolare: vi sono i resti della Fortezza, cioe’ di dove vivevano i Romani occupanti Gerusalemme, vi e’ la grande cisterna che serviva al Tempio ebraico per le normali pratiche quotidiane, vi sono i resti del pulpito da cui, secondo tradizione, Pilato consegno’ alla folla Barabba, chiedendo di flagellare Cristo. C’e’ una comitiva di orientali cattolici. E’ sorprendente, cantano nella loro lingua (cin cun cin cin), quel canto di Taize’ che e’ comunemente intitolato Jesus le Christ, Lumière Interieure!


Giro convulso!

E’ primo pomeriggio ancora, ho molte energie! Per questo decido di buttarmi nella baraonda e mi faccio tutta la via El Wad che dalla via Dolorosa porta in salita verso la Porta di Damasco. Un turbinio di gente, di voci, di bancarelle musulmane, molto piu’ casiniste di quelle del quartiere cristiano. Ormai ogni paura e’ scomparsa, ho capito che non c’e’ da preoccuparsi, il corpo e la mente si sono abituati a tutto questo. Ho ancora timore di urtare la sensibilita’ di qualcuno facendo foto, pertanto me ne concedo qualcuna alle bancarelle piu’ colorate (spezie, ortaggi, frutta, vestiti), senza farmi vedere!!!
Mentre cammino penso a Sarajevo: anch’essa citta’ ricettacolo di culture, che ha pagato con morte e distruzione l’incapacita’ di convivenza. Qui pure ci sono stati morti, anche se adesso meno. Non fosse per i fondamentalisti, a me sembra che qui le varie popolazioni convivano, senza quasi cagarsi. In apparente tranquillita’.
Dalla porta di Damasco, ripercorro la via El-Wad in discesa fino al quartiere Ebraico e al Muro del Pianto.


Il quartiere Ebraico!

Qui il mio camminare si fa piu' lento e meditativo. Dopo aver passato i controlli, in cui il milite, avendo saputo che sono di Torino mi chiede se sia pure gobbo... mi ritrovo nella Western Wall Plaza, al cui fondo c’e’ il Muro del Pianto!
Molta gente qui prega, e’ quasi Shabbat, riesco ad avvicinarmi al muro e guardo gli ebrei pregare da lontano, senza entrare nella zona riservata alla preghiera, sebbene, mettendomi una Kipa, potrei oltrepassare il cancello senza ostruzione.
La contraddizione e’ proprio il fatto che in basso ci sono gli ebrei che pregano sul muro di cinta di una proprieta’ musulmana. E sembra che non succeda mai nulla in questo punto. E’ come se dal secondo anello di uno stadio in Italia non buttassero mai nulla a quelli sotto del primo anello. Vi sembra una cosa verosimile? Qui l’inverosimile, acquista credibilita’...
Il quartiere ebraico e’ un dedalo di viuzze ma non mi lascia il segno. Architettura molto moderna, squadrata e poco affascinante. Risalgo le vie piene di gioiellerie e cambiavalute e mi ritrovo nel quartiere armeno e in una via, chiamata David Street, davvero colorata. Sono di nuovo nel quartiere Cristiano e sono alla ricerca dello spuntino pomeridiano. Arrivo dal mio amico kebabbaro, trangugio il secondo tipo di Kebab, contrattando sul prezzo perche’ ormai sono con pochi spiccoli e mi dirigo, non so perche’, verso un luogo che la carta non indica come interessante.


Fuori le mura!

Mi ritrovo a camminare nel quartiere armeno e ad uscire dalle mura della citta’ vecchia. Non so spinto da cosa, forse da una frase sentita in inglese, sembra che da questa parte ci sia il museo della Shoah. Ebbene, lo trovo, ma e’ chiuso, pero’ osservando attentamente i cartelli sono arrivato in un posto assolutamente inaspettato: scopro di essere nel luogo in cui (sempre secondo tradizione), Cristo consumo' l'ultima cena con i suoi: il Cenacolo.
Mentre visito il luogo mi dico: “ Le possibilita’ sono 3:
1. Il Signore ti ha guidato con mano sapiente e ti ha fatto visitare tutti i luoghi piu’ interessanti della Cristianita’ a Gerusalemme (mi piace scegliere questa)
2. Vi sono talmente tanti posti da visitare, in un cosi’ piccolo fazzoletto di terra, che saresti proprio un idiota a non incapparci.
3. La maggior parte dei luoghi che hai visitato sono falsi e ti hanno solo scippato un sacco di soldi... (la meno gratificante ma non la meno verosimile)


Ultimo Giro!

Ritornato all’interno delle mura, faccio ancora in tempo a girare per le viuzze del quartiere Armeno sconfinando in un quartiere Ebraico ormai silenzioso, per giungere alla chiesa di San Marco. Nella chiesa a me personalmente dedicata :-p e’ in atto una celebrazione ortodossa, simile ad una a cui ho assistito a Pasqua di quest’anno a Torino. Entro, mi prendo una fraccata di incenso, ascolto un po’ e poi mi allontano. E’ giunta l’ora di un ultimo momento di raccogliemento al Santo Sepolcro e poi via in camera per una doccia e un po’ di nanna!
La sera si conclude con una cena molto abbondante presso Casa Nova, nella quale ho la fortuna di cenare con 4 signori di Rimini, i quali hanno costituito un’associazione noprofit che fornisce aiuto a vario titolo alla gente qui.
In questo periodo sono a Gerusalemme per aiutare i Francescani a catalogare dei libri in una biblioteca, altre volte sono venuti a portare dei macchinari medici che in Italia consideriamo in disuso ma che qui fanno ancora il loro dovere! Complimenti!
Dopo cena, una passeggiata serale fino al Santo Sepolcro dove mi raccolgo (finalmente nel silenzio) a pregare sulla tomba di Gesu’ e poi, visto che alle 21 la Basilica chiude, ultimo giro fuori le mura, guardando la citta’ da fuori, mentre la luna piena si specchia nei tetti di questa citta’ unica, particolare, esaltante, contraddittoria, che ti folgora e non ti stanca!


Secondo giorno a Gerusalemme!


Il giorno dopo, per caso mi metto la sveglia alle 8.30. Scendo per colazione e scopro che alle 8.30 la colazione termina (mamma che orari) e sono costretto ad elemosinare del pane e un po' di burro e marmellata. Che figura!!! Finisco alle 8.55 e chiedo al receptionist: Quando devo liberare la camera? Alle 9.00? Ahhhhhhhhhh... Di corsa su a rifarmi la valigia e a liberare la camera!!
Mi ritrovo alle 9.20 pronto nella hall per partire. Ma il mio sherut (taxi collettivo) sara' alle 11.45. E ora?
Me la prendo comoda allora per una preghiera mattutina al Santo Sepolcro e un giro per souvenir, durante il quale faccio fuori il misto di euro/dollari/shekel che ancora ho in tasca con l'acquisto di un oggetto prezioso e significativo per me e Paola. E' probabile che un giorno, chi bazzichera' a casa nostra, lo riconoscera'!!!

Il pomeriggio lo passero' ai controlli di sicurezza dell'aeroporto, in cui mi perquisiranno ogni cosa e molto a fondo e ad usufruire della connessione wireless gratuita della sala attesa in attesa del volo che mi riportera' ad abbracciare i cari a Torino!!



Un abbraccio meritorio a tutti coloro che sono riusciti ad arrivare fino alla fine e a condividere con me le emozioni di quest'avventura fantastica!!!

Un grazie sincero,
Marco

XVII Giorno: Ultimo Giorno a Be'er-Sheva

Carissimi,

oggi e' il mio ultimo giorno a Be'er-Sheva. Non ho foto da mostrarvi ma solo qualche riflessione!
Domani partiro' alla volta di Gerusalemme, che visitero' venerdi' e sabato mattina, per poi partire alla volta del Ben Gurion Airport di Tel Aviv.

Qui tutto si avvia alla conclusione. Ieri ho avuto l'ultimo incontro con Shlomi, abbiamo definito gli ultimi dettagli dell'articolo che stiamo scrivendo e abbiamo impostato le idee per il successivo. Continueremo il lungo lavoro di calcoli e simulazioni a distanza, sentendoci tramite email e Skype.

Cosa ho fatto oggi?
1. riconsegnato le chiavi dell'ufficio
2. salutato Debbie
3. ritirato la lettera con la quale Shlomi certifica che sono stato da lui (dovrebbe farmi perdere meno tempo con la security in aeroporto).
4. pranzato per l'ultima volta nella mensa studenti dell'universita'
5. preso l'ultimo "Short Espresso Without Milk" al bar. Quelli del bar, ormai, si erano abituati a me! Ero l'unico a chiedere quel tipo di caffe'! Gli manchero' un pochetto... :-p

Non credo di avervi mai parlato di Debbie: una donna piena di grinta. Madre di 9 (nove, nine) figli che, ad un certo punto della propria vita, dopo aver passato anni in industria, molla tutto e si iscrive ad un Corso di Dottorato alla BGU. Shlomi e' il suo advisor! Insomma, una grande!



Tirando le somme, l'esperienza fatta vale ogni sacrificio e ogni preoccupazione (mia e di chi mi ha seguito da lontano) che e' stata superata per arrivare fino qui. Stare quasi 3 settimane in questo luogo mi ha aiutato moltissimo, come serenita', come capacita' di concentrazione e, di conseguenza, come produttivita'. Il clima e' stato favorevole in ogni senso: sia perche' caldo, ma mai afoso ne' tedioso (almeno qui, poi sul Mar Morto e' un altro discorso...), sia perche' nella gente che ho conosciuto, ho trovato persone di una brillantezza e solidita' ammirevoli.

Ho scoperto e approfondito una cultura nuova, fatta di normalita', di voglia di lavorare, di voglia di non perdere tempo dietro falsi problemi e dispute. Chi ha tempo di scendere in piazza a sparare verso il cielo con i mitra, lo faccia pure: qui invece si lavora con dignitosa costanza e abnegazione, testimoniando nella quotidianita' dei fatti che forse e' arrivato il momento di andare oltre certi atti di forza, da qualsiasi parte essi arrivino.

Inoltre, ho avuto modo di cambiare con il tempo alcune idee, alcuni stereotipi con i quali, per quanto me ne difendessi, ero giunto qui. Molti giudizi affrettati sulla gente, sulle circostanze, con il tempo si sono mitigati, sono stati meglio soppesati. L'incedere relativamente lento delle giornate (lento rispetto al turbinio della mia normale esistenza), mi ha permesso di riflettere piu' a fondo. Questa e' un'opportunita' che difficilmente mi sono trovato a gustare in altre circostanze. Quando corro nella vita, ho tempo solo per le cose necessarie, difficilmente mi soffermo su quelle utili, sulle riflessioni che riempono; quando invece sono in vacanza, mi capita di staccare il cervello e di riflettere poco. Questa situazione e' stata invece un momento ibrido, di ricchezza: mi son trovato sotto la giusta tensione perche' comunque sono venuto qui a lavorare, pero' ho svuotato la mente di molte faccende fastidiose (che posso immaginare siano ricadute su altri, quindi comunque e' doveroso ringraziare chi se ne e' fatto carico oltremare) lasciando spazio alla riflessione costruttiva!
Su cosa ho riflettuto? Diciamo cosi', non ho intenzione di affidare a questo blog le mie riflessioni piu' intime. Pero' questo non significa che non voglia condividerle con chi vorra' avvicinarsi a me per fare un po di 'strada' assieme. E' un'opportunita' bilaterale, per me e per voi: chi la vuole cogliere, sa dove trovarmi. Per gli altri, come si dice? "Amici come prima!"

Non ho mai scritto nulla in inglese nel blog, anche perche' non ne avrei le capacita', ma l'ultimo pensiero, per Shlomi, lo scrivero' cosi', sicuro che se mai dovesse esserci qualcuno tra voi in difficolta' a tradurre queste righe, intuira' comunque che vi e' espressa la mia massima gratitudine per chi ha reso possibile questa esperienza!

Finally, let me say thank you Shlomi for everything! You hosted me as better as I couldn't ask for! You and Marina gave me the opportunity to do some research, and at the same time relax my mind! This is not so easy. Don't you think so?
So, thanks for everything!
Shlomi, all the best to you and your family!
I hope we will meet again, maybe here, maybe in Turin!


Bye to everyone,
Marco

XII Giorno: Mar Morto e Masada



Carissimi,

ho da raccontarvi (e neanche troppo brevemente) del weekend trascorso fuoriporta. Piu' fuoriporta di Be'er-Sheva? Beh, mi sono spostato, quindi fuoriporta del fuoriporta!
Insomma, venerdi' lavoro mezza giornata e decido quasi all'improvviso di non sprecare il weekend. Ho due possibilita': Gesuralemme e Mar Morto. Scarto la prima perche' di sabato e' meno appetibile (molti luoghi non si possono visitare), tengo la seconda.

Pullman per il Mar Morto appena partito (iniziamo bene), cerco dove dormire, mi faccio il mio itinerario e mi persuado che l'unico mezzo e' il taxi. Chiamo un tizio che mi aveva lasciato il biglietto da visita, prenoto il taxi per le 15, concordo il prezzo e vado a fare la spesa e a prelevare.
Alle 15-15.10-15.15-15.30 non si presenta nessuno: Maledetto! Scolato di sudore, mi decido ad andare a prendere un taxi al vicino parcheggio. Mai soluzione fu piu' azzeccata: mi portano a destinazione, facendomi risparmiare circa un quarto del prezzo pattuito con il Maledetto di cui prima.
Si parte, dalle foto si inizia a notare che dal verde di Be'er-Sheva ci si addentra sempre di piu' nel Deserto di Giuda. Un caldo soffocante, zero aria condizionata (si vede che avevo tirato troppo il prezzo per esserne degno...), all'orizzonte solo rocce e qualche insediamento beduino! Si discute e si ride col tassista, mi dice che sono un pazzo ad andare sul Mar Morto a quest'ora: me lo diro' da me poco dopo...
Passata la citta' di Arad, inizia una discesa che da +500m porta a -400m sul livello del mare. Davvero una discesa agli inferi, 24km di tornanti con gomme che fischiano al solo sfiorare del volante, nessuna anima viva, un phon continuo dai 4 finestrini. Mi dico: ti sei andato a mettere nella merda!!!
Ad un certo punto inizia ad intravedersi una collina in lontananza (sembra la Serra di Ivrea): e' la Giordania. Nella totale evaporazione inizio a immaginarmi il Mar Morto. Lo vedo finalmente: avete presente Mozia? Ci assomiglia: un'enorme salina. Il taxista Raviv mi lascia a Ein Bokek, sulla prima spiaggia pubblica, in cui a gratis trovo ombrelloni, pulizia... e non ci sono venditori ambulanti!
Qui parlano tutti russo, il caldo e' insopportabile, sono circa le 17. Mi svesto, mi tuffo. Svengo! L'acqua e' quasi piu' calda del phon caldo che c'e' fuori... Scopriro' dalla receptionist dell'hotel che oggi si sono sfiorati i 50 gradi. Me lo permettete? Sti caxx... Poteva fare cosi' caldo domani???? Proprio oggi?

Isruzioni per l'uso del Mar Morto, provate sulla mia pelle:
1. Immergetevi piano, per evitare gli schizzi
2. Immergetevi fino alla cinta, per evitare gli schizzi
3. Appoggiate la schiena in acqua, per evitare gli schizzi
4. Dormite senza problemi, cosi' evitate gli schizzi

Non capivo perche' la gente fosse lenta in acqua e si muovesse con tanta circospezione. Poi spavaldo mi sono tuffato in acqua... e ho capito molte cose!
A parte l'amaro in bocca di un'acqua satura di sale, che ti brucia ogni papilla gustativa, pure quelle dei piedi... A parte l'acqua bollente che non da' sollievo dal caldo... A parte il bruciore del collo, tipico di chi si e' fatto la barba la mattina e che riceve una pentolata di acqua stra-salata quasi bollente sulla pelle irritata... MA AVETE IDEA DEL BRUCIORE DEGLI SCHIZZI D'ACQUA NEGLI OCCHI?
Non avete idea, no, vi giuro che non ce l'avete, a meno che non vi siate passati un salino sugli occhi di recente, invece di usarlo per condire l'insalata!
Dicevo: spavaldo, mi tuffo, apro gli occhi in acqua e la bracciata del nuotatore navigato si spezza dal dolore agli occhi, riemergo in un batter d'occhio (dolorante) e qui avviene l'imprevedibile. Il mare non mi permette di girarmi supino, ma come cavolo si fa a tornare in piedi? No way amici, se siete proni nel Mar Morto, scordatevi di mettervi in piedi! Vi si spezzera' la schiena piuttosto! La tanto decantata proprieta' di quest'acqua densissima di non farti affondare, te lo impedisce. Peccato, perche' se invece la suddetta proprieta' la sfrutti bene, cioe' da supino appoggi la schiena in acqua, non farai nessuno sforzo e galleggerai per ore pensando ai massimi sistemi... ma se la prendi al contrario, sei fottuto, le gambe stanno sempre in aria, la schiena inarcata e giu' a imprecare...
Mentre mi dimeno come un pesce dentro un budino e i russi mi guardano pensierosi (ho sentito uno che mi offriva della Vodka per lenire il dolore agli occhi, ma io ho resistito...), una volta riuscito a girarmi supino, alzata impercettibilmente una palpebra per capire dove fosse la riva, mi avvio stropicciandomi gli occhi e barcollando come un ubriaco!
Ora mi do anche un'altra risposta: ecco perche' la spiaggia e' piena zeppa di docce e lavandini! Dio sia ringraziato! Arrivo sotto la doccia e per un attimo penso che forse riusciro' a superare la notte!

Insomma, come primo bagno dell'anno, non e' andata poi cosi' male! Potevo incorrere in una medusa... in uno scoglio... in una murena! Invece mi son solo tuffato in una salamoia! Ma spavaldo ci ritento, elencandomi nella mente le regole autostilate prima! Ora il rapporto con il mare si fa piu' sereno e riesco a pensare ai massimi sistemi per circa venti minuti, finche', al culmine del ragionamento (ciambella, Mc Duff, capite no??) una gocciolina di acqua salata si avvicina all'occhio destro e lo conquista, bastarda! Senza potermi pulire con le mani (salate), sguazzo verso riva piagnucolante e mi risciacquo!
E' tempo di asciugarsi, di leggere un po', di ritrovare un po' di calma sotto il phon e di capire come fare per raggiungere l'ostello a Masada. In mattinata mi ero detto: sara' un luogo di villeggiatura, ci saranno dei taxi. Nulla!! Chiedo alla strozzina del Tea, che mi trova un passaggio di fortuna. Arrivo a Masada con metodi mafiosi e trovo un ostello che in realta' e' un hotel 4 stelle. Unico problema e' il dover dormire in una camerata con altri. Chi ha dormito con me sa che il problema non e' MAI mio in questi casi. Quindi saro' ben contento di condividere una camera con altri 4 tedeschi a 24 dollari la notte, piuttosto che prendermi la singola a 68!!!!! Vi pare?

Mi presento in camera, facciamo conoscenza con questi ragazzi, e si scende a cenare! 12 dollari per una cena abbuffet che durera' non meno di un'ora (senza pause...) C'era di tutto, insalate, carne, pesce, contorni, frutta, dolci... Non ci siamo risparmiati! A cena comincio a conoscere meglio i miei room-mate.

Spendo due parole perche' ne vale la pena.
Loro sono in vacanza: sono venuti a trovare il piu' piccolo, Edmund (18), il quale fa il servizio civile tedesco come obiettore (15 mesi) qui in Israele: l'associazione che ha scelto ha in atto un programma di aiuto agli ex deportati ebrei della II Guerra Mondiale. Mi sembra di aver capito che il compito dei volontari sia quello di parlar loro in tedesco, in modo che, sentendo parlare una lingua che loro hanno imparato 40 anni fa e hanno solo associato a nefandezze, con il tempo possano superare questo orrore.
Non riesco a valutare questo tipo di servizio; pero', un diciottenne (cristiano) che se ne parte per 15 mesi per andare in Israele a parlare con dei deportati, ha il mio massimo rispetto. Altro che i nostri diciottenni! Un giorno riusciro' pure a capire meglio la missione di questa associazione, che per ora non mi convince a pieno!
Quindi, gli altri 3, sono venuti a trovare Ed e si sono messi a girare per una settimana!
Col passare del tempo, osservandoli con attenzione, noto che hanno degli atteggiamenti di vera amicizia, di quella che non si vede quasi mai, cantano spesso insieme (intonatissimi), si prendono cura vicendevolmente. Scopro che sono Cristiani Mennoniti, vale a dire Protestanti ulteriormente riformisti. Questo e' il fondatore dei Mennoniti.

Siamo stati molto tempo a parlare di Gesu' e della lettura della Bibbia. Insomma, sebbene possano non avere le mie idee, pero' interpretano nel quotidiano quel che Gesu' ci ha detto in semplicita': prenditi cura dell'altro, amalo, cerca la parola buona all'oltraggio o alla risposta acida. Tutto sembravano tranne che invasati: abbiamo discusso di calcio, di auto, di donne, ci siamo divertiti in piscina, niente di diverso da quello che fanno i giovani della nostra eta', eppure vi era qualcosa di diverso e di speciale.
Nonostante io frequenti determinati ambienti, che dovrebbero essere ricettacolo di gente di questo genere, non ho mai visto un'amicizia e una cura dell'altro cosi' ammirevole, in nessuno tra coloro che conosco e che appartengono alla mia realta'. Non ho mai visto 4 ragazzi di 18-20-21 e 22 anni cantare insieme canti della propria tradizione cattolica la sera al chiaro di luna, al posto di Ligabue.
A questo proposito Edmund mi faceva notare una cosa semplice, ma efficace: in tempi di "guerre, carestie, inedie", si e' molto piu' disposti a pregare di quando "hai la pancia piena"! Noi Cristiani siamo ormai cosi' tanto con la pancia piena da dimenticarci di Cristo stesso? Ce ne ricordiamo solo per bestemmiarlo quando Moggi fa andare la Juve in B? (Io li' l'ho ringraziato, a dire il vero... :-P)
Comunque: non ho mai avuto l'onore di discutere in maniera cosi' profonda con un 18enne della Bibbia: preparato, sicuro, chiaro nelle idee.
Insomma, io ringrazio il Signore di non avermi fatto prendere la singola ieri notte...

A cena poi lancio un'idea: "...e se andassimo a vedere l'alba dalla rocca?". Non se lo sono fatti ripetere due volte: ci siamo organizzati, ci siamo puntati le sveglie alle 4.20, alle 4.40 eravamo sul sentiero, alle 5.35 eravamo in cima. Neanche con un Noviziato si e' cosi' d'accordo e si rema cosi' bene tutti nella stessa direzione!
Lo spettacolo e' stato appagante! Le foto testimoniano quanto scrivo!
A sole spuntato, ci siamo girati la rocca e io, grazie alla preziosa guida di Elena, ho fatto da Cicerone agli altri 4. Rovine antichissime, una tradizione assolutamente lontana dalla nostra europea, pero' estremamente affascinante. E' salito con noi anche un gruppo di casinisti americani. Peccato per il silenzio!
Alla fine dell'escursione, visto che era ancora presto per la funivia, ma gia' sufficientemente tardi per il breakfast, via giu' di corsa, con un sole che spaccava la testa!
Colazione abbondante alle 8.30, perche' non avevamo niente per pranzo e ci saremmo tenuti il poco che avevamo per la cena! Quindi, abbufet pure la colazione! :-)

Il resto della giornata e' stata caratterizzata da sonno, piscina (con vento caldissimo), lettura e chiacchierio su cose piu' o meno facete!
Cena di condivisione, ho ascoltato volentieri altri loro canti (ne ho riconosciuti due uguali a quelli italiani) e poi nanna!

Stamane, sveglia presto, bus per Be'er-Sheva alle 8.30, e alle 10.00 ho ricominciato la mia ultima settimana di lavoro qui!!!

A coloro che hanno avuto la pazienza di giungere fin qui, spetta di diritto un bacio al mio ritorno, per tutti gli altri una leccata da Bibi' (vedete che vi conveniva arrivare alla fine??)

Vi abbraccio, credo sia giunta l'ora di una cena! Qui sono le 22.40!
A presto,
Marco

X Giorno: il mercato dei Beduini e la Old City



Carissimi,

stamane la giornata e' iniziata molto presto. Volevo andare di buon'ora al mercato dei beduini che si tiene ogni giovedi' a Be'er-Sheva.
Sveglia alle 6.30 circa (5.30 italiane) e gia' era giorno. Toeletta come si confa' a una persona per bene, colazione e rassegna stampa TG5.
Esco di casa verso le 7.00 e vado a prendere un taxi per il centro. 18 Shekels.
Dalla stazione dei pullman il mercato e' poco distante. Faccio la strada con una signora israeliana sulla sessantina che mi racconta di esser stata 5 anni a Napoli, perche' il marito era ufficiale della marina statunitense. I casi della vita...

Finalmente arrivo in questo grande spiazzo con le bancarelle messe lungo un'immaginaria "P", senza un ordine particolare. Preventivamente ero uscito di casa solo con macchina foto, student card per il riconoscimento, cartina turistica e qualche shekel per farmi fregare come qualsiasi turista (ma il meno possibile), lasciando a casa orologio, cellulare, portafoglio.
Mi avventuro tra le bancarelle appena allestite e i colori iniziano a richiamare sensazioni particolari. Vi e' sicuramente una predominanza di marrone: lo si nota dalle sementi e dalle stoffe. Poche le bancarelle con roba occidentale: qui si trovano soprattutto oggettistica per la casa, calzature e vestiario.
Molte invece le bancarelle con prodotti della tradizione beduina: Narghile', souvenir fatti a mano, stoffe, sementi, biancheria, cosmetici. Sebbene i cosmetici non siano tipicamente beduini, siamo vicini al Mar Morto, famosa localita' termale. Sono molte le creme, le lozioni, gli olii venduti da queste parti.

Giro e inizio a scattare foto, con una mano sola, in modo da tenere l'altra in tasca. Dico: meglio la mia che quella di qualcun'altro!
Ad un certo punto mi imbatto nel mio primo venditore preferito (ve ne sara' anche un secondo). Vende tappeti, borse ricamate, copri-tavola, oggettistica. Vuole vendermi un copricapo beduino, molto grazioso, penso gia' a chi regalarlo, quando d'un tratto la mia attenzione cade su un copri-tavola da "vero amore". Seguendo i consigli della guida turistica, mi fingo disinteressato e passo oltre, mi faccio mostrare una borsetta, ma alla fine gli faccio capire che mi interessano i primi due articoli. A questo punto, finita la fase del "decido cosa comprare", inizia la fase della "contrattazione del prezzo".
Con calma il beduino mette la merce in una busta (ormai e' scontato che la prenda), e mi invita a sedermi sul suo tappeto. Mi vuole offrire del the, mentre mi chiede quanto ho in tasca. Eh, gia', inizio a dire una cifra, mentre lui mi propone un affare: un prezzo pari 14 volte quello che veramente ho in tasca (la cifra che mi spara non verrebbe coperta neanche da un mese di paga...). E' solo l'inizio di una lunga e piacevole contrattazione (per altro in inglese, il tizio sapeva il fatto suo, figuriamoci...) Arriva un compare a dargli man forte e con lui troviamo un accordo, circa 1/20 del prezzo da cui era partito.
Come spiegare? Qui contrattare il prezzo vuol dire conoscersi. Non e' come in Italia in cui si cerca di limare l'euro, o, in maniera ancora piu' becera, il negoziante ti sconta l'iva se non gli chiedi lo scontrino!!!
Qui entrambi sappiamo che l'affare si fara' a 1/20 del prezzo iniziale, ma intanto si chiacchiera, si ride, ci si alza e si fa per andarsene, mentre l'odore del deserto ti prende le narici. Poi, alla fine, si accetta e allora il venditore saluta con uno sputazzo per terra la riuscita transazione!
Me ne vado parzialmente soddisfatto, consapevole che potevo scendere ancora molto col prezzo, ma felice di essermi seduto con un beduino a contrattare. Lo scambio di cultura non ha prezzo. Al resto pensa Mastercard. Giusto?
Faccio 20 metri ed e' il turno dell'amico che era venuto a dar man forte al precedente: ha puntato il pollo e, inevitabilmente, saro' il suo primo cliente della mattinata! Vuole vendermi dei veri e propri souvenir, diciamocela tutta: roba che credo non usero' mai nella vita! Me ne vado via con un Narghile' da viaggio, meno pratico della mia pipa ma che voglio imparare almeno ad accendere, con una Kefia bianco/rossa, un ferma-kefia nero tipicamente beduino e un sacco di tabacco in omaggio. Passera' mai la dogana sta roba? Mah...

Inizia qui la seconda parte della mia uscita mattutina, sono le 8.20 e mi dirigo verso la Old City. Seguo il percorso della cartina turistica e mi trovo a visitare (da lontano) il Pozzo d'Abramo. Da lontano perche', nonostante sia il simbolo della citta' (Be'er-Sheva significa Pozzo d'Abramo), e' un pozzo normalissimo, ricostruito, che si visita a pagamento (se entri dall'entrata principale). Se ci passi da dietro, lo visiti lo stesso, gratis e va bene lo stesso... Per oggi mi sono gia' fatto spennare!
Quel che mi interessa e' camminare per le strade della citta' vecchia. Scopro una Old City non troppo old, con molti negozietti, alcune abitazioni carine, la moschea e bella gente in giro, ma rimango parzialmente deluso. E' pur vero che se le guide non si sperticano a raccontare le bellezze di Be'er-Sheva, un motivo ci sara'! Pero' mi aspettavo delle vie piu' "caratteristiche". Anche Collegno non sta in nessuna guida, pero' se cammini nel centro storico non puoi certo dire che non sia caratteristico, ne' che sia privo di una certa sua qual amenita'!
Insomma, dopo una bella camminata, mi convinco che e' giunta l'ora di tornare a casa. Il caldo si fa comunque sentire e sono dall'altra parte della citta'!

TAXXIII, al dormitorio degli studenti! Alle 10.10 sono gia' in ufficio con il mio 'short-espresso-without-milk' in mano. Ormai la ragazza argentina mi conosce, saro' l'unico da una settimana o poco piu' a questa parte che chiede in tutta l'universita' questo tipo di caffe'. Non lo fanno male, e' Illy, peccato che il loro short corrisponda a un caffe' doppio abbondante nostro. Rimarro' arzillo per il resto della giornata, mentre nel draft dell'articolo, all'introduzione si aggiunge la prima parte di teoria. Come direbbe Fabry: we're in business.

Un abbraccio cari miei compagni di viaggio!
Grazie per ogni minuto che passerete idealmente al mio fianco leggendomi!
A presto,
Marco

VIII Giorno: gara di macchinine



Ciao a tutti!

Cerchero' di raccontarvi brevemente quel che e' successo oggi.
Jack e Clemente sono partiti stamane e io sono stato a pranzo con Shlomi, col quale abbiamo iniziato a impostare la struttura dell'articolo. Sono speranzoso sulla buona riuscita di questo lavoro.

Stamattina dalle 9.00 alle 10.00 sono stato invitato da Shlomi ad assistere ad una gara un po' particolare: macchinine costruite dagli studenti di meccanica si sono date battaglia su un percorso tortuoso, fatto di salite, discese e tuffi in acqua, con l'obiettivo di portare un uovo alla fine del percorso!
Risultato esilarante. Le macchinine erano equipaggiate in modo ingegnoso per superare tutti gli ostacoli (ruote chiodate, aria compressa, turbine, pseudo-cingolati, etc.) Vi era persino una macchinina che, lanciato un rostro attaccato ad un cavo con una fionda, procedeva riavvolgendo il cavo tramite un verricello. Geniale!

Oggi non saro' prolisso, in modo da far felice chi non ce la fa a leggere tutto. Grazie comunque a tutti per le attenzioni che mi donate, venendo a leggere ogni tanto cio' che scrivo. Grazie per i commenti, anche quelli negativi su cui vi e' sempre da riflettere e un saluto ai prossimi giorni! Aspetto la vostra classifica dei posti piu' belli da visitare in Italia. E' un occasione per tutti per scoprire luoghi "di nicchia"! Non fate i timidi!!!
Ci si sente su Skype, via email o tramite commenti sul blog!!

A distributed embrace,
Marco

VI Giorno: Inizia la settimana



Carissimi,

come state? Ho sentito un po' di gente in questi giorni e tutto sembra girare bene dalle vostre parti! Pure qui!!
Volevo avvertirvi che ogni tanto mi capita di aggiungere qualche foto agli slideshow dei giorni precedenti! Quindi, dateci un'occhiata, anche se li avete gia' visti! Potrebbe esserci roba nuova!!


E' davvero strano questo giorno. Sono cresciuto abituato al fatto che la domenica tutto si fa e si vede tranne che andare in un'universita' piena di persone.
La domenica normalmente ci si sveglia la mattina in una tenda fresca e si chiama il reparto per smontare e partire, oppure si va in tana per raccontare le avventura di Mowgli, oppure ogni tanto si dorme aspettando le buone cose che cucineranno papa' e mamma per pranzo. Non hai neanche la necessita' di collegarti per la posta perche' nessuno ti cerca, nessuno ti deve comunicare niente.

Invece la domenica qui e' tutto diverso: e' il primo giorno della settimana. C'e' un via vai tremendo: oggi era il primo giorno utile per andare in posta e per sbrigare altre pratiche burocratiche, oggi e' il giorno della maxi spesa settimanale (vi racconto poi cosa ho comprato), tutte cose che da noi si fanno il lunedi' mattina (ammesso di trovare aperto, altrimenti tocca il pomeriggio). Pero' la cosa strana e' che, visto che qui tutto gira, ti sembrerebbe logico che tutto debba funzionare anche in Italia. Guardo allora la posta a lavoro e tutto tace, nel blog solo Pale mi sta dietro e mi scrive una moltitudine di fesserie (grazie Pale, continua, che mi tieni su!!), amici e parenti sono in giro per weekend fuori porta.

Ho scoperto oggi che nella Old City di Be'er-Sheva c'e' una chiesa Cristiana (forse Ortodossa, non credo Cattolica). La funzione si svolge il sabato pomeriggio. E' divertente questa coincidenza: la Messa e' nel giorno di riposo per loro e per noi e' gia' quella prefestiva, quindi "vale per la domenica". Una meraviglia! Se facessero la funzione di domenica, nessuno vi andrebbe. Del resto, ammesso che siate praticanti, voi andreste a Messa il lunedi' mattina? Mah... Sabato prossimo cerchero' di farvi un salto!!

Ieri sono stato tutto il giorno qui in universita' a lavorare. Eravamo pochissimi e grazie al silenzio sono andato abbastanza avanti. Al ritorno, abbiamo preparato un'ottima cena con Clemente, il prof. con cui condivido l'appartamentino. Fusilli al pesto, pomodori, carne e frutta. Qui speziano tutto e pertanto pure la carne aveva il gusto di una spezia che potrebbe essere cumino o coriandolo o chissa' cos'altro!
Quando oggi ho raccontato a Zhe (che si dice Ge', ma e' meglio chiamarlo Jack) che ieri non sono morto di fame semplicemente perche' mi sono cucinato la cena, lui mi ha guardato sbigottito: mi ha confessato che ieri ha mangiato poco perche' non sa cucinare e qui non si trova nulla aperto, neanche se si prega per la manna. Caspita, lo avessi saputo in tempo, l'avrei invitato a cena offrendogli un involtino primavera (penso che Clemente non avrebbe avuto nulla in contario).

Ho scoperto una cosa divertente sul funzionamento della mia mente, e' probabile che funzionino cosi' anche le vostre.
Quando prendi in mano un foglio scritto, senza leggerlo ma solo guardando la formattazione del testo, sei spinto a volgerlo in modo che l'allineamento del testo sia a sinistra. Anche per un testo giustificato, la mente fa in modo che le linee "mozze" siano allineate a sinistra. Piu' di una volta mi son ritrovato qui in Israele a girare il foglio al contrario: questo perche' e' tutto allineato a destra!
Morale: la mente e' spinta a girare il foglio secondo l'allineamento del testo, piuttosto che secondo la disposizione dei caratteri, che e' una cosa di cui ci si accorge in seguito, cioe' quando si va a leggere il foglio!!! (Psichiatri/psicologi... ci ho azzeccato??)

Ne approfitto per postare qui qualche foto dell'appartamentino. E' piccolino, ma ci si sta benissimo. Vi e' tutto, dall'aria condizionata, alla TV satellitare, dalle piastre per cucinare, al microonde e al frigo (persino enorme per due).
Come vi avevo accennato, il satellite prende solo Canale 5. Mi sembra di essere come i miei genitori da piccoli, che avevano solo un canale... ma scommetto che quello era di migliore qualita'! E cosi' ci si butta sulla BBC, la CNN o su Eurosport. Vediamo se stasera riusciro' a seguire il GP.

Oggi e' l'ultimo giorno qui per Jack, abbiamo fatto due foto che trovate in fondo allo slideshow. Ora e' andato a casa: ha voluto che gli dicessi quali posti visitare in Italia. Gli ho proposto Trofarello, Barcellona Pozzo di Gotto e Mestre... Non so se ci ho azzeccato!
A parte gli scherzi, vorrei coinvolgervi proponendovi di stilare la vostra classifica dei posti piu' belli in Italia divisi in mare, montagna e citta'/paesi.

I miei sono:
MARE: Costa Smeralda, San Vito lo Capo, Santa Maria di Leuca
MONTAGNA: Dolomiti, Val D'Ega (montagne attigue), Monviso, Val Ferret
CITTA'/PAESI: Torino, Firenze, Venezia, Roma, San Gimignano

Ok Guys, it's time to work now!
See you ASAP, I'll wait for your comments, right?

Have a nice weekend,
bye,
Marco

III Giorno: Cartina di Be'er-Sheva e giro in citta'



Carissimi,

per rispondere a Pale che voleva capire esattamente dove fossi. Se guardate lo slideshow, Be'er-Sheva (scritto da GoogleEarth Beer-Sheba non so come mai, forse quelli di Google sono dell'Inter...), si trova nel centro d'Israele, in mezzo alla parte settentrionale del Deserto del Negev.

Sono a circa un'oretta dal Mar Morto (bus), a un'oretta e mezzo da Gerusalemme (bus) e un'oretta e dieci da Tel Aviv (treno). Non so quanto ci metterei ad andare a Gaza, ma non ci tengo neache a saperlo.

Le ultime due cartine indicano la zona in cui mi trovi io, ovvero quella nord. Ho cerchiato in rosso l'universita' (al centro) e il dormitorio (a lato), mentre i piccoli pallini gialli sono la mia stanza e l'ufficio. E' tutto molto a portata di mano: nel campus ci sono post office, banca, ristoranti e un sacco di giardini.
Questa zona e' per noi atipica, mi ricorda molto Sarajevo con gli ampi vialoni, di sera mal illuminati!
Verso il centro si trovano invece i grattacieli e la zona vecchia che ancora non ho visitato. A sud, ogni giovedi' fanno il mercato dei beduini, che arrivano dal deserto, sono molto curioso di vedere com'e'. Dicono sia caratteristico!!!

Stanotte, molte sirene di ambulanza. Sono vicino all'ospedale (vedi cartina) e suppongo che siano arrivati feriti da Gaza. Per il resto, la notizia della presa di Gaza da parte di Hamas qui non desta preoccupazioni. Vedremo domenica, giorno in cui incontrero' Shlomi, chiedero' a lui un parere sulle ripercussioni che questa faccenda avra' su Israele!

Oggi, venerdi', cosa sto facendo?

Sveglia presto e giro alla ricerca di un bancomat: devo pagare la stanza in contanti (qui la posta non ha l'ATM) e si preleva solo una piccola somma al giorno. Insomma, per pagare la stanza, dovro' fare 800 prelievi in 800 giorni diversi... Vabbe'... Ne ho pero' approfittato per girare un po' per le strade e potete vedere qualche foto nel post di ieri.
40 gradi di sole si sentono tutti sulla testa! Sono tornato in camera che grondavo... come si dice "grondare sudore" in inglese?

Beh, oggi sto sperimentando cosa significa il sabato in Israele (gia' dal venerdi'). Non c'e' gia' piu' nessuno in universita', il ristorante mi ha chiuso la porta in faccia dopo avermi dato un panino di fretta e domani dovro' entrare scanzando le balle di fieno rotolanti perche' qui sara' il farwest desolato...
Mi starete chiedendo perche' non faccia pure io vacanza. Fondamentalmente perche' vorrei lavorare un po', almeno mezza giornata, per ammutolire le male lingue che continuano a sostenere che sono qui per turismo. C'e' pure chi pensa che sia qui per fare lo studentello e seguire qualche corso, invece che per collaborare con un professore.
Insomma, al diavolo le male lingue, vi smentiro' con un bell'articolo!!!

Torno a lavorare, ci sentiamo presto,
buon weekend a tutti, un abbraccio,
Marco

II Giorno: burocrazia, lavoro e concerto


Carissimi,
il secondo giorno qui non e' stato nulla di particolare, se non per il fatto che mi sono scontrato con la burocrazia Israeliana. Voi pensavate che l'Italia fosse piena di burocrazia? Si', continuate a pensarlo, pero' affiancate anche Israele al nostro Paese.
Per ogni singola funzione c'e' un ufficio, ogni ufficio ha un orario, gli orari se li decide il responsabile e il risultato e': devo fare l'iscrizione, devo passare da 4 uffici con orari diversi, in cui l'ultimo apre e chiude prima degli altri e cosi' a scalare. Indi, fatto il primo passo, sono bloccato per i successivi.
Qui poi venerdi' e sabato si blocca tutto (tutto significa che non e' come in Italia che il Carrefour fa il furbo e la domenica tiene aperto)... sabato tutto chiude vuol dire che non ti muovi in bus/treno, non mangi e difficilmente lavori.
In compenso ho gia' due meeting per domenica: non me la fanno mica santificare la festa che io vorrei santificare! Qui domenica e' il primo giorno della settimana! Tutti sono briosi e con tanta voglia di lavorare...

Quindi, cara Italia, se federalismo vuol dire, in una certa maniera, decentralizzare e rendere tutti indipendenti, ti prego di lasciare una qualche forma di coordinamento centrale, perche' altrimenti chi deve usufruire di un servizio impazzisce dietro le modalita' diverse di ogni erogatore!!

Dopo la burocrazia, finalmente nel pomeriggio ho incontrato Shlomi e abbiamo iniziato a lavorare insieme. Vediamo quanto saro' in grado di essere autonomo e produttivo, e' sicuramente una sfida per me.

La sera, appuntamento alle 20.30 per assistere insieme con Shlomi e moglie a un concerto organizzato nell'universita' per i prof (qualcosa tipo: chiusura dell'anno accademico). Concerto interessante anche se professo la mia profonda ignoranza in musica classica! Ma sapete una cosa, quando la sera non hai nulla da fare, quando non hai pensieri se non quelli del lavoro da cui stacchi facilmente, allora cominci ad apprezzare le piccole cose, ricominci a dare spazio ad aspetti tipicamente lontani non necessariamente per gusti, ma solo perche' sei costretto, nel turbinio della tua vita, a fare una cernita, scartando cio' che su cui fai piu' difficolta' a sintonizzarti al volo. Invece adesso, con la mente sgombra, anche la musica classica ottiene attenzione!

Infine, buffet altrettanto interessante, se non piu' (della musica). Al buffet ho conosciuto degli amici di Shlomi molto simpatici e brillanti. Sempre ingegneri, ma lontani dallo stereotipo italiano. Mi hanno dato consigli su dove andare, che mezzi prendere, quali locali frequentare qui a Be'er Sheva. La sapevano lunga, vedro' se seguire almeno parte dei loro consigli.

Cosa sto mangiando in questo periodo in Israele? Molte verdure, hanno un sacco di contorni (vedi foto del primo pranzo). Riso, pasta, mousse di ceci (un giorno imparero' anche i nomi). Carne in abbondanza, la macellano come vogliono loro ma il risultato nel piatto e' lo stesso del nostro.

Alla fine del buffet mi sono staccato per fare una passeggiata notturna nel campus. Percepivo proprio una sensazione di liberta', di pace. I ragazzi scherzano e stanno qui fino a sera tarda. C'e' uno spazio destinato all'incontro tra studenti, ricco di bar, vi e' una sala giochi, c'e' gente che suona seduta per terra a tutte le ore. Qui ci sono 20000 iscritti, e' un'universita' grande, pero' non si sente la pesantezza del Poli. Sara' che vi sono molti spazi aperti, vai a capire, pero' davvero quando sei al Poli ti senti oppresso e non credo sia diverso per molte altre universita' italiane. Per trovare lo stesso clima, forse bisogna andare all'estero. Comunque e' un bel modo di vivere l'universita'. Non di subirla!
Camminando mi sono imbattuto in una festa di studenti, tipo ballo di fine anno, un po' piu' prosaico di quelli che si vedono nei film Miricani!

All'entrata principale, come vi raccontavo, c'e' sempre una guardia armata. Si entra e si esce tramite dei tornelli, sembra San Siro! Appena posso vi posto una foto!
Poi, superato lo sbarramento, c'e' un sacco di verde, un fiumiciattolo che sfocia in una cascata e delle statue stranissime (vedi foto) che al buio sembrano dei fantasmi.

Una cosa stranissima: l'universita' e' piena zeppa di gatti. Ve ne sono pure in mensa. Ma ci pensate la mensa prof al Poli con tanti gatti? Qui in mensa regna un silenzio: pranzare e' sacro, come dice Montalbano, non si deve per forza parlare, ne' tantomeno urlare!!

Superati i tornelli, si tornella a casa. Incontro Clemente, si chiacchiera del piu' e del meno e poi nanna!!!

Notte,
un abbraccio cumulativo a tutti,
Marco

I giorno in Israele



Foto di questo post!


Sono nuovamente in partenza!
Questa volta e’ quella vera, quella agognata, quella costruita tassello dopo tassello: la proposta di Marina, i primi contatti con il prof. Arnon (diventato ben presto Shlomi), l’accordo sul periodo (non esente da dubbi e sovrapposizioni con altri impegni, come e’ normale nella mia vita), il tira e molla sulla borsa con il prof. che organizza questi scambi (io e Marina inizialmente avevamo pisciato troppo lungo… ci siam dovuti ridimensionare), la prenotazione dei biglietti aerei, la stipula dell’assicurazione sanitaria (chissa’ perche’ qui non vale il modello che fai quando lasci l’Italia per un Paese Europeo?), la scelta del tema di ricerca da trattare.
Sono sicuro che su questo punto, tutti sarete curiosi di sapere di cosa mi occupero’ (in un certo senso anche io…), beh, allora chi vuole saperlo legga qui di seguito, altrimenti saltate pure il capoverso:
Shlomi si occupa di optical sensor networks, io di WSN (o, come dice Giulio: vale’senso-netvocs), allora con Marina gli abbiamo proposto di riesumare un vecchio articolo che avevano iniziato a comporre Emanuela e Fabrizio sul beamforming distribuito per far parlare una WSN con una piattaforma stratosferica o un velivolo a bassa quota. Shlomi non mi e’ sembrato recepire con entusiasmo il tema: ce ne ha controproposto un altro che non potevamo assolutamente rifiutare, in merito al tradeoff tra energia spesa per formare il fascio e la BER che ne scaturisce (in realta' ancora non ho ben inquadrato il tema, data la fretta con cui sono partito, ma questo e’ in realtà un dettaglio…:-P) e quindi, alla fine di queste righe ci possiamo considerare pronti alla partenza!!!

Martedi’ ore 04.19: mi punto la sveglia. Mi alzo dopo una notte passata a dormire di sasso, trovo mio padre gia’ in bagno (era molto piu’ agitato di me per svegliarsi ore prima…), mia madre si alza in contemporanea a me (secondo me origliava alla porta per comparire al mio primo gemito mattutino), la nonna se la dormiva (per una volta nella storia della nostra famiglia, mi sono svegliato prima di lei).
Colazione, barba, vestiti, lucchetto alla valigia, orologio, saluti e abbracci (nonna continua a dormire, saluti in diretta dal blog visto che non ci siamo salutati dal vivo ☺), si scende in auto e si va a prendere Paola: vista la mia proverbiale puntualità; appuntamento alle 5.00, spuntiamo alle 5.20… Santa donna!!

Arrivo a Caselle ore 5:40, check-in con bagaglio che arrivera’ direttamente (e lo trovero’ veramente) a Tel Aviv e saluti tristissimi!!! Passo il Metal Detector (famoso gruppo Thrash) con professionalita’ da ladro e il primo volo ci mette venti minuti in piu’ solo per decollare. Che palle st’Alitalia, peggio delle Ferrovie!
Arrivo a Roma, prendo i bagagli e non trovo il cellulare. Dove caspita l’ho lasciato? Ultimo ricordo risale a quando l’ho spento e l’ho messo in mezzo alle gambe: panico, guardo per terra, mi corico e faccio coricare l’hostess (…) per terra ma niente di niente. Manca un quarto d’ora all’imbarco dell’altro aereo, ormai triste salgo sul pullman diretto all’uscita e mi dirigo verso la polizia: meno male che per fare una denuncia in Italia ci vogliono piu’ dati che per scrivere un articolo: questo mi fa desistere in modo da non perdere l’altro aereo e nello stesso istante in cui esco dall’ufficio un flash mi trapassa l’unico neurone che ancora non si e’ ribellato alla desertificazione del mio cervello: il cellulare e’ in quell’unica tasca dove non metto mai nulla e nella quale, mettendocelo, mi ero detto un’ora prima: scommettiamo che non ti ricordi di dove lo stai mettendo? (Infatti…)
Con il sudore che arriva fin dove non batte la pioggia, passo il controllo passaporti e faccio i kilometri per andare al mio gate C21 nella zona voli internazionali. Piedi, navetta, piedi, scale, sudore, telefonata, scale, scale. Arrivo al Gate e inizia l’interrogatorio anti terrorismo. Scopro in seguito che il terrore degli israeliani e’ che qualcuno ti metta a tua insaputa una bomba nella valigia (ecco perche’ ti chiedono se te la sei fatta tu e se per caso l’hai lasciata incustodita).
Bene, si sale sull’aereo Alitalia 3+3 posti e accanto a me si siede un rabbino: barba nera lunga, cappello nero, cintura con le fettucce (penso, una per ogni regola della Torah) e inizia a pregare e a dondolare come si vede nei filmati del TG1. Poi tira fuori delle monete e un piccolo salvadanaio pieno di scritte in ebraico e ogni tanto piazza una moneta nel salvadanaio. Non sara’ la prima volta che oggi mi stupisco di qualcosa. Magari sul salvadanaio c’e’ scritto Naveen Kumar e io non lo sapro' mai... NAVEEN, SIAMO PIU' VICINI ORA CHE SONO QUI. LO SAIIII? TE NE FREGA NULLA? No, vabbe'! Ciao!

Chi e’ arrivato fino qua nella lettura? Solo io che nel frattempo rileggo… Lo so, ma come un mio collega che ha avuto la mia stessa idea ha scritto nel suo blogghino, questo diario io lo tengo per me: saro’ prolisso, ma non mi interessa. Voglio che, quando andro' a rileggermi, capiro’ come la sto pensando adesso in merito a tante questioni: questo diario mi rispecchia, qui vi ritrovero’ il vero Marco. E’ anche vero che non avro’ tutto questo tempo per sproloquiare in liberta’ nei prossimi giorni, quindi ne approfitto stasera che, dopo una giornata di viaggio, sono fresco come una rosa. Domani poi faro’ l’upload di quello che sto scrivendo ora nel dormitorio, visto che ora sono senza connessione!!
Ah, dimenticavo: ho cercato di documentare ogni riflessione e ogni osservazione che facevo per strada. Lascero’ per ogni post un link attraverso il quale andare a vedere le foto relative a quanto racconto, con un minimo di descrizione per ognuna.

Il viaggio vola via veloce, dormo cullato dal rabbino che prega, mangio il cibo internazionale dell’Alitalia (mentre il rabbino compra e degusta il cibo da un altro baracchino che riporta la scritta: pasto approvato dall’assemblea internazionale dei rabbini) e mi leggo con molta "nonscialasc" l’Herald Tribune, che riporta una notizia in prima pagina sconvolgente: l’inquinamento in Italia e’ il primo in Europa… Ecco perche’ nascono tanti nani pelati… (vi era scritto ‘pelats nines’, non so se ho tradotto bene).
A Tel Aviv trovo un paesaggio strano: grattacieli, molto verde, arbusti bassi e contorti (stile ulivi in Sicilia). Moderno e arsura si mescolano. Esco dall’aeroporto dopo qualche domanda sul perche’ mi trovo in Israele e dopo aver cambiato 100 euro in 560 NIS (New Israelian Shekel) e mi ritrovo a fare il biglietto per il treno per Be’er-Sheva. 23 NIS, 28 con la prenotazione, che non faro’… La prenotazione costa solo un euro in piu’: come fai a riservare i posti su un treno che, scopriro’ a breve, non ha i numeri sui sedili?
Inoltre, mi chiedo perche’ da noi riservare un posto costi 3 euro e qui meno di uno… diversita' dei costi e’ diversita’ di abitudini? E’ la domanda che fa l’offerta? Eppure altre cose costano uguale qui e in Italia… a volte mi sembra che in Italia il costo maggiore serva per risanare conti e bilanci. Non sono le cose (i servizi) che hanno valore aggiunto, c'e' di mezzo la furbizia dei commercianti!
Nonostante scrivano al contrario, ho notato che la macchinetta accetta i soldi dal dritto… mi viene in mente quella barzelletta in cui un ebreo di sabato trovava 100 euro per strada e non poteva chinarsi a raccoglierli: di colpo, attorno a lui tutto era diventato domenica…

Devo aspettare il treno 25 minuti, mi chiama Shlomi per capire a che punto sono (oggi ha le lauree), vi sono un bel po’ di persone alla fermata: sembra una stazione metro’ scoperta. Ragazzi molto occidentali: sigaretta, Harry Potter da leggere, cellulare sulla gamba, skate board… stazione sotto/accanto l’aeroporto: arrivano dalle bocchette della hall dell’aereoporto (vedi foto) gli effluvi di quei locali: disgusting!
Ho sempre pensato che in posti come questi si vivesse con un senso di provvisorietà’ addosso. Mi sarei aspettato che la gente andasse in giro a lavorare senza borsa, ne’ borsello, quasi facendo le cose parzialmente. Invece ho capito meglio: qui vivono non con senso di provvisorieta’, ma con un continuo senso di allarme. Controllano ogni cosa: in ogni locale pubblico vieni perquisito (universita’, stazione, market, ovunque), ma la vita va avanti normalmente, quando sei ‘entrato nel sistema allarmato’. E’ la stessa sensazione che provavo al campo in Sicilia, durante la tappa sull’Etna: quella gente convive con l'Etna… ma la terra e’ troppo importante, non la si abbandona: si scende a compromessi con i propri nervi per essa!

Sul treno, militari ovunque, ma tutti senza mitra spianato: scopro sul treno parlando con una simpatica signora sulla cinquantina che sapeva l’inglese bene come solo chi e’ stato colonizzato lo sa parlare (oppure solo se ti chiami Marina Mondin…), ebbene scopro che i militi in Israele viaggiano gratis su ogni mezzo pubblico e moltissimi, essendo Israele grande non piu’ di 200 km in lunghezza, meno della meta’ in larghezza, fanno normalmente i pendolari! Ecco perche’ tutti sti militari in vista, cosa che non sara’ in Be’er-Sheva, citta’ normalissima!
I militi hanno una divisa tutta cachi, e sulla mostrina sulla spalla sinistra e’ raffigurata la bibbia elevata in alto da un paracadute: mi ha fatto riflettere questa immagine. E’ un po’ come se noi avessimo sulle mostrine la costituzione trainata da una Ferrari… Ah il potere dal Made in Italy!!
Paesaggio? Sud Italia: case basse, spesso non finite e mal intonacate, centinaia di parabole sui tetti con altrettanti serbatoi per l’acqua calda, messi pero’ verticalmente e che assomigliano a tante latte d’olio… Magari si lavano con l'olio. Nella Bibbia non ci sono tanti rimandi agli olii profumati? Mah, forse faccio confusione! :-)
Traversine abbandonate a lato del tracciato ferroviario… ritrovo molto dell’Italia!
Prima fermata: Lod o Lot, sale una signora distinta con la gonna lunga, sembra una uscita dal film "The Village", la quale lascia un opuscolo sul banco. Pensate sia il solito finto drogato all’italiana? No, guardando il volantino totalmente in israeliano, mi raccapezzo solo con le figure. Ci sono tante foto di feti. www.friendsofefrat.org e’ l’unica scritta in caratteri occidentali. Chissa’ se sta signora non stia veramente passando sul treno a sensibilizzare per una giusta causa invece che per scippare soldi agli ingenui?
Avete mai osservato gli occhi di chi legge? Si muovono da sinistra verso destra per chi guarda il lettore: qui li muovono effettivamente al contrario, simpatica sta cosetta!
Militari ovunque dicevo, soprattutto donne. Di fronte a me una, con un bell’orologio col velcro sopra, in modo che il sole non la tradisca, una accanto a me che dorme mentre ascolta musica, una nell’altra fila con i sandali: ma puoi? E gli anfibi dove sono? Non e’ che oggi sei in licenza ma ti vesti cosi’ solo per non pagare il viaggio? Tutto il mondo e’ paese…
Ora, dopo Gat & Top (tipica localita termale...???), distesa verde a destra e a manca: sembra il tratto in treno da Grosseto a Civitavecchia. Poi, un campo di girasoli, il mio fiore preferito: sono il solo? No, so di essere in compagnia… Alzi la mano chi la pensa come me!!!
Il pannello luminoso continua a dare info utili ma mi vien da ridere perche’ non ci capisco nulla! Sembra uno di quei pannelli rotti che in Italia compongono lettere strane e distorte!

Il viaggio continua!!! Sto leggendo Zola, in Teresa Raquin scrive: “Si sentiva solo il rumore frettoloso di passi che risuonano sulla pietra con irregolarita’ irritante”. Irregolarita’ irritante, ma puo’ esserlo anche la regolarita’? Forse e’ proprio questo il dubbio che mi fa stare qui in Israele: puo’ essere la regolarita’ di una vita, Irritante? La felicita’ nella mia vita in questo periodo cos’e’? Assimilare, scoprire, realizzarmi, curiosare, oppure mettere gia’ in ordine quel che ho assimilato e rendere regolare quel che faccio? E' ancora il momento di assimilare o gia' di riordinare?
Siamo arrivati a Be’er-Sheva. Scendo! Mi viene a prendere Zhe (che si legge Ge’), che mi abbraccia e con la sua puzza di fritto mi porta in camera. Scopro di dividere il mini appartamento con un professore di matematica di Milano, molto alla mano e simpatico. Si chiama Clemente… Insegna Analisi Funzionale! Gli chiedero’ meglio altre info, devo uscire per incontrare Shlomi: una persona squisita. Viene a prendermi con i tre figli, 8 - 5 - 0.8 anni. Troppo divertenti, abbiam gia’ fatto amicizia. Visitiamo un monumento da cui si vede un bel paesaggio desertico in lontananza e un tramonto suggestivo!
Durante la serata si cena a base di Pita (pane), insalate e intrugli strani, molto speziati, cosa che a me piace decisamente (al mio stomaco pure, per ora, vediamo quanto regge). Coi bambini e Zhe impariamo a ripetere i numeri in israeliano, italiano, inglese e cinese… come serata niente male!
Ci si ritira, sono qui adesso, solo a scrivere mentre so che la Pattuglia questa sera ha fatto riunione per me da Daniele per vederci e io non ho ancora una connessione per una videocall. Mi spiace fratelloni, son arrivato da troppo poco per pretendere un collegamento!!! Domani lo avro’, appuntamento alle 10.00 con Ge' (Zhe) per le pratiche burocratiche!!!!

NOTTE, un abbraccio a tutti,
Marco

In partenza per Messina

Carissimi,
rieccomi a scrivere qualche riga. Cerchero' di non essere prolisso giacche' non ho molto tempo.

Dove mi trovo? Altola' sudore... mi trovo a Caselle, da vero ingegnere un po' demente ho tirato fuori il mio macbook e da vero telecomunicazionista ancora piu' demente mi sono comprato per la prima volta un'oretta di navigazione Wifi tramite la funzione airport del mac.. insomma, vi mostro in anteprima una fotina della mia faccia pasciuta, mentre attendo l'imbarco dell'aereo! E' gia' dato in ritardo di mezz'ora.. per la coincidenza a Roma dovevo aspettare un'ora e mezzo, speriamo bastino!!! Altrimenti sono ca... Vabbe' non ci pesiamo!!!

Eccomi



Ma non vi sto a raccontare che stamattina mi sveglio alle 8.10 per farmi la valigia visto che ieri ero morto e, convinto che l'aere fosse alle 11 vado per scrupolo a vedere il biglietto, scoprendo che l'aereo era alle 9.00.

Che rabbia Troppe cose in testa e uno fa danni. Allora sono riuscito a trovare questa soluzione: stasera saro' alle 18.30 a Reggio, vi aggiorneroà al mio arrivo!

See Yah!
Un abbraccio da Caselle, vado a imbarcarmi,
Marco

Trasloco Saletta A TLC



Inizia così questo blog: dalla fine!

Prima di andarmene oggi dal Poli, ho attaccato l'elenco di coloro che lavoreranno nel mio ufficio, la sala C del primo piano del Dipartimento di Elettronica del Politecnico di Torino.
Potremmo abbreviare il tutto con SCPPDELENPOLITO ma evitiamo di dire idiozie!

Volendo fare un passo indietro...

Beh, giornata movimentata, arrivato stamane, Roberto Gaudino mi pinza subito mentre sto appiccicando etichette a tutto spiano per dirmi, con voce rauca: "Sai, è successo un fatto strano (anzi, lui usa spesso il rafforzativo "molto strano", come se ancora ci fosse la forza al Poli di stupirsi delle stranezze): quelli che dovevano traslocare in sala ex-Ladispe hanno già finito: voi siete pronti?" Il mio criceto inizia a girare e il pensiero dal caffè, passa a Gmail ma non riesce a concentrarsi sulla domanda, poi alla fine spiattello un sì che mi costerà caro per il resto del giorno! Non siamo pronti per nulla, ma sicuramente con l'aiuto di tutti, ce la faremo: è vero non c'è Giulio, ma presto arriverà Pale, mentre ci sono già Fabio, Pedro, Gisela... 'aspita! Santi tutti che si sono sbattuti a fare sto trasloco, perché se aspettavamo Mininnninimini e Guido Pagana TinTin eravamo ancora alla prima scatola.

Insomma, appuntamento alle 2 con la ditta traslochi, in modo da avere tempo per continuare a fare i pacchi, questi si presentano all'1 e 35, scusandosi per il ritardo. Ma minchia!
Erano in 6, mi è passata la voglia di obiettare sull'ora... Si inizia a svuotare la saletta, finendo gli scatoloni senza chiuderli, accatastando per il macero montagne di carta inutile, di manuali e faldoni ormai abbandonati dai prof che non si sono mai curati di venire a recuperare qualcosa: solo Marina, solita santa donna di cui al primo post, è venuta a metter naso e ha salvato qualche scartoffia che servirà ai posteri!!!
La roba usciva dalla sala A e si fermava dopo l'atrio in attesa dell'ascensore. Come dirà poi Hussein: there's a long pipeline outside the door... 'sti ingegneri, che battute delle balle... Ogni tanto nella totale confusione mentale (Pale era su in Dipartimento a smistare mobili, gli altri erano a una riunione del gruppo reti, Miniminimi continuava a telefonarmi bloccato a Caselle e Guido si stava facendo la segretaria del primario), c'era Gisela che mi chiedeva se poteva portare sopra qualcosa: io le ho dato nell'ordine le cose più importanti che c'erano nella saletta: la macchinetta del caffè, la bottiglia dell'Ouzo reduce da Myconos con Gigio e Guido, il bicchiere di vetro slow food di cui non conosco il proprietario ma che ormai ha un nuovo padrone e, infine: il telefono col 4182!! Fine dei lavori? Ore 16:30 circa!

Questo il risultato!



mai vista la saletta così spaziosa...





















E nella seconda parte del pomeriggio?


Iniziare a mettere a posto le varie salette. A e B se le sono messe a posto Mininni (che nel frattempo è arrivato da Caselle a groppa di mulo), Fabio, Pedro e Bushnà (lo scrivo come lo si pronuncia solo per agevolare voi che leggete...).
Nella sala C, la già citata SCPPDELENPOLITO, c'eravamo io, Pale, Gisela, Hussein e consorte e Daniele Caripone, neo-acquisto. Ancora è da inquadrare: è uno in gamba ma che soffre il nonnismo: dovrà abituarsi!! :-P Ma capirà che la verità non sta nel mezzo... a meno che nel mezzo non metti un prof, allora lì è probabile ve la troviate!!!

Il risultato del rimettere in ordine è visibile dalle seguenti foto: ad oggi il telefono ancora non è collegato, ma per il resto la stanza offre ogni confort: siamo in 7 e neanche troppo stretti! C'è la stampante in mezzo alle quattro scrivanie, ci sono i pc in alto in bella vista... c'è un problemino: per stanotte la porta sarà aperta perchè nessuno ha le chiavi (speriamo stanotte non si fottano nulla), però volete mettere? Se i ladri entrano, trovano finalmente il pavimento pulito (ancora per poco).
Domani proverò le linee telefoniche e l'impianto di condizionamento!!!











Ebbene carissimi tutti, una buona notte a voi e una buonanotte a me!!
Ci si sente presto,
un abbraccio a tutti,
Marco