2010 miglia in 4 giorni!



Carissimi,

se non mi metto a raccontarvi anche questa, rischio di rimanere troppo indietro! Allora vi narro il lungo weekend del Memorial Day (da venerdi' a lunedi') che abbiamo sfruttato con Raffo e Roberta per andare a visitare Las Vegas e dintorni.
Preparazione in quattroequattrotto, trasciniamo con noi anche Roberta ancora col jetlag da recuperare (sara' talmente stanca alla fine che non ci saranno problemi a dormire fino a tardi la mattina), prenotiamo gli alberghi pensando alle varie tappe e alle 12 precise di venerdi' 23 maggio ce ne partiamo dalla baia, direzione Vegas.
Ci aspettano 565 miglia (910 km) da compiere in meno di 9 ore! Il viaggio e' lunghissimo, ma passa, grazie alla compagnia. Si fila molto piu' svelti con la Mustang che col camper!!!
Perche' non l'aereo? Prezzi mostruosi, ci siamo decisi troppo tardi... alla fine abbiamo speso in tutto quanto avremmo speso per 3/4 di biglietto d'aereo...
Arriviamo a Vegas verso le 9pm e facciamo in tempo a salire sulla torre dello Stratosphere (l'albergo dove abbiamo deciso di prenotare), ovvero la torre piu' alta d'America (circa 350m) da cui si vede bene tutta Las Vegas e sopratutto lo Strip (si pronuncia come si legge, grazie John per la delucidazione) che e' la via principale, piena di hotel e casino'.
Vegas e' un carnaio di gente, luci ovunque e alchool a volonta'. C'e' chi va per giocare (i casino' sono illuminati a giorno e sono senza orologi di modo che la gente vi perda la cognizione del tempo), chi per ballare e cuccare... noi ci siamo presentati con un cavalletto e una macchina fotografica: abbiamo fotografato le luci e le ricostruzioni (c'e' Venezia, l'antica Roma, l'antico Egitto, Parigi, New York... zero originalita'), siamo andati al Bellagio (il casino'-hotel piu' famoso in cui hanno girato anche Ocean 11) e nel quale abbiamo comprato 2 fiches da 1 dollaro ciascuna da regalare (so io a chi) come souvenir e ce ne siamo di fatto tornati in albergo, felici e pasciuti... Vegas e' sopratutto altro... ma non avevamo tempo e testa per quelle minchiate! Ci aspettava uno degli spettacoli piu' affascinanti che abbia mai visto nella mia vita!

Antelope Canyon
La giornata di sabato inizia uggiosa. Si lascia Vegas destinazione Page, dove si fa tappa per visitare l'Antelope Canyon. Durante la traversata (altre 450 miglia), ci fermiamo a vedere qualche posto che merita. In particolare prendiamo una stradina sterrata (povera Mustang) che ci porta al Paria Canyon (Coyote Buttes), famoso perche' ospita (dopo una camminata di varie miglia che non abbiamo fatto per mancanza di tempo e di un permesso che si conquista solo con i punti del Mulino Bianco) il famoso The Wave, meta ambita da ogni fotografo che si rispetti... (ma mai come l'Antelope...)
Si arriva stancamente a Page, visitando la diga che da' origine al Lake Powell e, prima del check-in in albergo, andiamo a visitare un'altra mini perla della gita, ovvero l'HorseShoe Bend, un posto in cui uno degli immissari del Colorado River compie un'ansa di 180 gradi meravigliosa, a forma di ferro di cavallo! Li' abbiamo aspettato il tramonto, tra rocce infuocate e acqua verdissima, per poi concederci steak e birra in un diner vecchio stile country, di fronte all'albergo!
Page e' costruita attorno ad una strada principale che, come ogni via principale di un villaggio americano che si rispetti, vede affacciarsi su di se' gli edifici piu' importanti del paese.
La cosa strana qui e' che la via e' un lunghiiiiiissimo curvone che compie una specie di ferro di cavallo dal raggio chilometrico (volevano riprodurre L'horseshoe bend?). Vi lascio immaginare l'urbanistica di questo luogo. La cosa ancora piu' strana e' che, in un paesino veramente di 4 anime, avremmo contato sulla sola via principale almeno 10 luoghi di culto diversi: chiesa cattolica, cristiani dell'ultimo giorno, battisti, anabattisti, resuscitati, scintoisti, la setta del settimo giorno, insomma... il dubbio e' se non c'e' qualche residente che aderisce a piu' di una religione contemporaneamente, giusto per non lasciare sguarnito di "pubblico" nessuno dei suddetti luoghi. Ad ogni modo, la messa cattolica delle 9am era abbastanza popolata.

Alle 11 pronti per partire per l'Antelope Canyon con un enorme Big Foot. Riusciamo all'ultimo a imbucarci nel tour per veri fotografi fighetti (tanto pure noi ci siamo portati il cavalletto...) Dopo un po' di sobbalzi e shekerate, arriviamo al canyon (le foto parlano da sole) e, prima di entrare, qualcuno si stupisce che il gruppo sia da 13 invece che da 10... siamo mica noi gli imbucati?
Cos'e' l'antelope Canyon? E' uno degli oltre 30 slotted canyon (piccoli canyon, che a volte sembrano delle fessure nella roccia) di quella regione. Un cunicolo lungo non oltre 200m, completamente scavato da vento e acqua, pericolosissimo quando inizia a piovere, un miracolo della natura quando vi batte il sole.
La prima ora il canyon e' affollatissimo, scattiamo delle foto molto belle, con la guida indiana che solleva la sabbia da terra per far risaltare meglio i fasci di luce del sole.
Qualche giapponese dalla macchina ultra professionale, capitato li' per caso, grazie al fatto che puo' contare su una velocita' di scatto di 6 foto al secondo sigaretta compresa, spara tutta la memory card nei primi 10 metri scordandosi il tappo sull'obiettivo, cristonando poi contro Confucio per non aver comprato la memoria da 100Gb in offerta il mese scorso! Io ci metto un po' a carburare, mi faccio prendere dall'emozione di poter usare il cavalletto in un posto vero (non a Las Vegas) e, dopo un po' di errori, mi tolgo qualche bella soddisfazione. I complimenti anche a Raffo per le ottime foto fatte, pur senza cavalletto.
Il cavalletto da' pero' la possibilita' di provare una tecnica, che si chiama HDR (High Dynamic Range). Se notate, alcune foto dello slide show sono particolari perche' in pratica sono una sovrapposizione di almeno tre o piu' fotografie fatte con un cavalletto allo stesso soggetto ma con differenti esposizioni (quindi almeno una sottoesposta scura, una sovraesposta molto chiara e una normale). Combinando le tre o piu' foto si possono far risaltare meglio alcuni particolari. Tanto per intenderci, nessuna delle tre foto da cui quelle fotone derivano puo' contenere tutti i particolari della foto-somma. In una (quella che rappresenta l'entrata del canyon) si riesce a rendere bene sia la parte piu' al sole, sia la parte piu' in ombra che, inevitabilmente, verrebbe scura... La tecnica e' promettente, se riusciro' ad impratichirmi meglio evitando di far sembrare le foto dei fotomontaggi!
Ad un certo punto, il canyon si svuota: e' l'ora tutta per noi, quella in cui si puo' camminare liberamente nel canyon deserto e scattare con tranquillita' foto stupende oppure soffermarsi ad ammirare i giochi di luce, mentre un indiano suona un'antica melodia con il suo flauto, pieno di piume.
Usciamo dal canyon completamente stregati dalla sua bellezza! Non parlaremo d'altro per i giorni a seguire.
Nel pomeriggio ci aspetta il tramonto nella Monument Valley, distante solo 120 miglia da Page. Facciamo in tempo per strada a visitare il Navajo National Monument (deviazione veramente poco convincente) e a prenderci un warning per eccesso di velocita' (sembra che qui esista questo warning, devo ancora ben appurare, grazie al quale Non paghi la multa ma, se te ripijo, te faccio nuovo... Ancora nu 'me hanno ripijato!)
La Monument Valley e' bellissima, ma tutto sfigura se lo vedi dopo l'Antelope Canyon. Io e Roberta facciamo anche il tour in jeep dentro la vallata con un simpaticissimo indiano che ci porta fin nel cuore delle rocce. Ivi vivono ancora alcune tribu' (tra cui la sua) in capanne fatte di legno e fango. Ci vive anche una signora che ha deciso di ritirarsi... niente di meno che nella Monument Valley... chiamatela scema!
Nel giro scopriamo il posto dove hanno girato il secondo di Indiana Jones, vediamo il simbolo da cui ha preso spunto la Marlboro e vediamo The Castle, dove i Metallica hanno girato il video della canzone I Desappear. Qui trovate anche il dietro le quinte!
Infine, eccovi un elenco di spot e film girati nella Monument Valley!
Unico rammarico del tour e' che siamo costretti a rincorrere il tramonto. Raffo riuscira' a vederselo dal punto alto e panoramico, mentre noi saremo ancora sotto in valle e quindi ci perderemo i roccioni infuocati! Ma non si puo' avere tutto no? Se li vedi da sotto, non puoi vederli da sopra... :-)

Il lunedi' e' tutto votato al rientro. Ce la prendiamo inizialmente troppo comoda: giro sulla Route 66 con mille foto, stop in posti improbabili per cercare di acquistare il cactus tipico dell'Arizona (che scopriamo crescere nella zona a sud di Phoenix e Tucson, non dove siamo noi) e circa 850 miglia (1360 km) da snocciolare e che sembrano non finire mai!
Arriveremo a casa a mezzanotte e mezza, dopo 14 ore ininterrotte di viaggio (mio record personale al momento)!

Ne e' valsa la pena! Stop!

Un abbraccio,
Marco

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