In barca nella baia con una costoletta tra le mani...



Carissimi,

non sono dell'umore adatto per scrivere questo post, pero' e' pur vero che sto accumulando una moltitudine di cose da descrivere che ormai rischio di tralasciarne troppe, vista la mia proverbiale corta memoria. Sono sicuro che scrivendo, l'umore migliorera'!
Siamo al termine di questo weekend, il primo di giugno e ormai il quint'ultimo prima di partire da qui. E' da qualche giorno che comincio a sentire la ripartenza vicina. Lo vivo dal fatto che ho iniziato a mettere l'annuncio di vendita della Mustang, dal fatto che in ufficio abbiamo pianificato l'ultimo mese di intenso lavoro con la richiesta dei report finali, dal fatto che la gente comincia a chiedere quando parto in modo da regolarsi per un saluto.

Ieri, sabato, ho finalmente coronato il sogno di fare un giro in barca nella baia. Il contatto, come ridendo raccontavo a John e' un amico di un amico di un amico. La persona da cui e' partita il contatto e' Franco, storico capo scout del mio gruppo, il quale ha lavorato per anni in una multinazionale con sede nella Silicon Valley, che ha mantenuto buoni rapporti con un certo Norm Pond, un arzillo manager in pensione con la passione (tra mille altre suppongo) della vela. Nonostante Norm abbia attualmente la barca in Messico, pronta per essere spostata in Canada, non si e' affatto scoraggiato alla richiesta di Franco di organizzare un giro in barca per me. Ha dunque interpellato Charles (ed ecco giunti all'amico dell'amico dell'amico), il quale ci ha ospitati nel suo stupendo 47 piedi per un giro che ci ha visti partire da un porticciolo tra Oakland e l'isoletta di Alameda, fare vela verso Angel Island, passando a dritta di Treasure Island e invertendo la rotta verso base, passando tra Alcatraz e San Francisco.

E' stata un'esperienza divertente ed emozionante. Faceva molto freddo (settimana di sole, compresa la domenica, sabato nuvoloso e ventoso, che sfiga), ma comunque il mare non alto, la compagnia ottima (sono riuscito a far imbucare anche Raffaele e Roberta) e il paesaggio magico hanno reso questa esperienza unica. Abbiamo incontrato anche qualche foca, abbiamo avvistato posti che sono impossibili da notare se non si e' in acqua e abbiamo anche avuto la fortuna di passare molto vicini al campo gara di una regata, che si stava svolgendo sotto il Golden Gate, nella quale vele bellissime hanno incorniciato un momento unico.
Al ritorno, dopo le foto di rito e i ringraziamenti, cioccolata calda con R&R (a proposito, Roberta e' una delle impiegate presso i Laboratori di ricerca Telecom - TiLab - di Torino, in visita per qualche mese qui a Berkeley).
La serata ha visto alla ribalta un trio insolito: Raffaele, John e me per le strade di San Francisco. Siamo usciti dopo aver trovato un agreement, un accordo, con John. Io e Raffo avremmo gestito la prima parte della serata, all'indigeno sarebbe spettata la seconda. Prima di avviarci alla volta di San Francisco, ci siamo fermati per qualche minuto in uno studio fotografico dietro casa nostra, tra Bancroft e la Quinta, per una mostra fotografica: ritratti di persone dei campi profughi di Nablus. Ho letto molte storie messe a mo' di didascalia, spesso dal giudizio di parte, ma al di la' di questo, ogni volta rimango con la sensazione di aver conosciuto molto molto poco della vera situazione Israelo-Palestinese nel mio periodo in Israele. Mi piacerebbe andare a fare servizio nei territori della West Bank. Una route politica da quelle parti servirebbe a molti!

Finalmente ho avuto l'opportunita' di andare a provare i granchi (lessi) e la zuppa di vongole dentro una pagnotta scavata a Fisherman Wharf. John pensava fosse il classico posto da turisti in cui mai si sarebbe abbassato a mangiare, invece ha dovuto farci i complimenti per la buona scelta del cibo. Poi un giro al Pier 39, il molo piu' famoso di San Francisco, pieno di negozietti ricchi di souvenir e vicino al posto dove alloggiano i famosi leoni marini dall'odore putribondo. Prima della cena, ora che ricordo, siamo capitati in un altro molo, una specie di hangar pieno di giochi e videogiochi meccanici antichi, tutti raccolti insieme. E' stato divertente vedere e giocare ad alcuni giochi vecchissimi, videogiochi in bianco e vero, alcune cose che veramente facevano parte del mondo dei nostri genitori quand'erano piccoli!
La seconda parte della serata era appannaggio di John.


Dopo averci fatto visitare in auto i posti in cui ha vissuto per anni, ci ha portati al CellSpace, un luogo in cui, dopo aver mollato $10 per l'ingresso, abbiamo potuto girare per stand scientifici che mostravano robot in grado di servire ai tavoli, pendoli fatti con il tungsteno (uno degli elementi piu' pesanti esistenti in natura), artisti che distribuivano i fumetti da loro creati (vedi l'esempio a lato), il tutto condito con gente che preparava sandwich al formaggio gratuiti per tutti, un palco in cui si esibivano nostalgici cantanti anni '30-'40 e gente che ballava ovunque.

Dovevamo aspettarci qualcosa del genere da John e, sebbene nessuno sia rimasto estasiato dalla serata, e' pur vero che e' stata una cosa alternativa che difficilmente si potrebbe rivivere altrove, men che meno in Italia.
Se vi viene da chiedere dove John trovi queste manifestazioni, la risposta e': The Laughing Squid, ovvero un website che si presenta col sottotitolo: "Altre, cultura e tecnologia in San Francisco e dintorni".

Domenica, ci ha visti protagonisti di una mangiata pantagruelica, tipica di ogni barbecue (o BBQ come scrivono qui) organizzata da italiani. Ritrovo alle 12:30, al Tilden Park e 2 barbecue in parallelo per cucinare solo parte del cibo (l'avanzo, verra' cucinato ed assaporato prima della fine della prossima settimana, appena il nostro corpo ci dara' l'ok...).
La compagnia era ancora piu' assortita del normale! Molta gente del Lab (Marco il grande capo, Mostafitz un dottorando del Bangladesh ma che fa il dottorato al Poli, sua moglie, Tamim uno stagista dello Sri Lanka, Raffo e Roberta) piu' John, Anna (la cantante lirica) e Gisela (l'amica portoghese della parrocchia che, appena tornata da casa, mi ha portato dell'ottimo Porto... Sono tentato di conservarlo per condividerlo con chi incontrero' tornato a casa... Chi si prenota?).
Non e' stato un BBQ roboante, persone forse troppo eterogenee e con cultura diversa. Meno male che con John abbiamo pensato di portare clave e palline per giocolare... inoltre la palla recuperata da Raffo e le mie banane al cioccolato hanno permesso di amalgamare un gruppo decisamente strano!!
Il pomeriggio si e' concluso con due passi fatti al Lake Anza, li' vicino e il ritorno ci ha visti per un po' in 6 in auto, ridotti poi a 3, perche' Gisela, Raffo e Roby si sono fatti lasciare all'entrata del parco per godere dell'ottima giornata e scendersene a piedi a casa!

Si prospetta una settimana ricca di lavoro e di ulteriori giretti scopri-posti, prima di accogliere Ciccio, mio cugino, che ha deciso di compiere l'insano gesto di venirmi a trovare e, finalmente, Paola!

Un abbraccio a tutti,
Marco

Nessun commento: