Hawai'i: finale con sorpresa!

Carissimi,

e' difficile per un italiano abituarsi al sistema delle mance americane! Paola non ce la fa ancora e io ci ho messo un po'. Per noi lasciare la mancia e' impensabile, qui e' sacro. 10% se ti hanno servito male (attenzione che non si scende sotto al 10%), 15% se sono stati cortesi e nulla di piu' e poi oltre se avete ricevuto un servizio eccellente! Abbiamo appena finito di cenare in un ristorante dell'aeroporto (potete immaginare quanto economico potesse essere). La mancia, purtroppo, va di conseguenza! Paola va in bagno e io aspetto il resto per lasciare quanto dovuto. Al suo ritorno si lamenta per la mancia lasciata (15%), non perche' eccessiva rispetto alla percentuale, ma perche' di grosse dimensioni (visto il conto). E' chiaro che spendendo molto, la mancia e' alta... Cosa ci si puo' fare? Le percentuali mica le ho inventate io!!!!

Bando alle ciance, mentre Paola e' a cercare un dessert (possibilmente economico), io guardo dai vetri il nostro aereo. E' gia' pronto al gate, un Boeing 767-300 della Hawaiian Air! Partiremo alle 22 circa da Honolulu per essere domani mattina a Los Angeles dal mio fratellino Pasquale! Finalmente, non vedo l'ora di abbracciarlo, sono mesi che ci diciamo che dobbiamo vederci, ma non c'e' mai stata occasione! Giacche' allora sapevo che il mio biglietto di ritorno per Torino (passando per Francoforte) era da Los Angeles (non chiedetemi perche', calcoli fatti a suo tempo con i miei che dovevano venirmi a trovare proprio in questo periodo), allora l'occasione era ghiotta per inserire la visita a LA (Los Angeles) alla fine della mia esperienza statunitense!
Ma, fermi tutti, cosa abbiamo fatto prima di approdare qui?

Ci siamo lasciati l'ultima volta con la descrizione dell'arrivo a Kauai, in un cottage da sogno. I giorni passati sull'isola sono stati memorabili. Il cottage si e' rivelato l'ennesima ottima scelta (pacca sulla spalla - rossissima causa sole - a me stesso) e anche il resto e' andato oltre ogni piu' rosea aspettativa!
Lunedi', primo giorno a Kauai, siamo stati in mattinata (dopo una lunga e sonora dormita) alla spiaggia chiamata Secret Beach, subito dopo il faro di Kahiluea. Un paradiso. Eravamo circa in 8 in una spiaggia non troppo grande, con la sabbia gialla, fine, le onde oceaniche che si infrangevano su una riva irregolare e scogli ai lati, come nelle migliori spiagge!! Abbiamo cercato un po d'ombra dove sdraiarsi e, tra un libro e una nuotata, la mattina e' passata in grande relax.
Per tornare alla nostra lentissima cabriolet, abbiamo fatto un sentiero con un grado di pendenza mostruoso (avremmo avuto difficolta' pure con gli scarponi, figuriamoci con i sandali) ma alla fine abbiamo conquistato il parcheggio e la nostra bollente fuoriserie!
Il programma del pomeriggio dove ancora costruirsi nelle nostre menti. Cogliamo l'occasione allora per prenderci due frullati (uno cocco e ananas, l'altro cocco e cioccolato), mentre visitiamo un mercatino di artigianato (piu' o meno locale) dal quale arraffiamo (beato cambio $->euro) alcuni gingilli che serviranno per arredare la nostra casetta! Il caldo ci prende le membra e dunque, volendone scappare, cio' che ci viene in mente e' di guidare fino alla zona sud-ovest dell'isola (noi eravamo nella parte opposta), per visitare il famoso canyon dell'isola! Le curve sono molte, Paola resiste egregiamente, si ride, si scherza e si chiacchiera, finche' non arriviamo finalmente al canyon. La vista e' superba, con colori misti tra il verde (varie tonalita') e il color rosso terra. Sono contento che Paola abbia avuto l'occasione di vedere un canyon, pure sapendo che nulla batte i caynon dell'Arizona!
Continuando sulla medesima strada incontriamo una natura spettacolare, dalle mille tonalita' di verde, ci sono campi del YMCA e del YWCA (giovani cristani americani maschi e fimmmmine), un osservatorio della NASA e, infine, il punto panoramico tanto anelato... peccato che era totalmente avvolto da una nuvola che a mala pena ci faceva scorgere l'un l'altra... una delusione tremenda sentire l'oceano in lontananza e vedere solo i cespugli a 3 metri da noi! Nonostante la paziente attesa, il risultato non e' poi cambiato! Quindi , con la coda in mezzo alle gambe, riguadagniamo il nostro lato dell'isola. Ci eravamo fatti un film: cenare a base di pesce nel luogo consigliato dalla signora sull'aereo... peccato che, arrivati li' alle 21, il ristorante chiudeva alle OTTO!!! OTTOOOOO!!! Ma puoi, tu gestore, chiudere alle OTTO??? Quando apri? Per merenda????? Mah... Ripieghiamo su un fastfood molto buono, Bubba's: il nome e' tutto un programma! All'intero, regna la scritta: Bubba si rifiuta di servire carne che costi meno di una lattina per cibo per cani... questo significa che Bubba's ci stava preparando un conto salato....... Paola si butta su un burger vegetariano, io provo il burger con la salsa teryaki (non chiedetemi cosa sia, era commestibile... tanto basta). Torniamo a casa soddisfatti del cibo e della giornata trascorsa!

Lunedi', il grande giorno! Mentre la mattina la passiamo a nord, percorrendo tutta la strada costiera e poi scegliendo una spiaggia bellissima e caraibica (con tanto di torretta bagnino tipicamente baywatchiana), il pomeriggio ci imbarchiamo per la gita tanto attesa: visita alla Na' Pali Coast al tramonto con il catamarano di Capitan Sundown!
La visita e' superiore a qualsiasi aspettativa. Il catamarano, stabile sopra un oceano che noi considereremmo agitato ma che il capitano sostiene essere decisamente calmo, ci trasporta con dolcezza a visitare questo paesaggio impossibile da scoprire altrimenti. Rocce brulle e scavate dalla forza delle onde imperano come montagne dal verde lussureggiante e dai crinali molto pronunciati, tanto che il capitano si rivolge a noi italiani chiedendoci: Non vi ricorda un po' Cortina? Scoppiamo a ridere sperando che non dicesse sul serio.
Abbarbicate sulle rocce notiamo tante caprette passeggiare e brucare, assolutamente indifferenti al precipizio che si stagliava sotto di loro. Marco fa sfoggio con il capitano della sua grandissima conoscenza in fatto di Sacre Scritture ricordando quel famoso personaggio del Vangelo che ora vediamo perso su per la montagna di fronte a noi: "la capretta smarrita"... forse era una specie leggermente diversa!
Torniamo puntuali al tramonto, salutiamo e ringraziamo i nostri compagni di viaggio (alcuni simpaticissimi della Virginia) per la compagnia fattaci durante la gita e ce ne andiamo, bruciati dal sole. Involontariamente, ci ritroviamo 10 minuti dopo tutti al Dolphin Restaurant, caldamente consigliato a tutti dal capitano. In effetti, per la cucina meritava farci un salto!

Martedi' sveglia alle 8 e fuga verso l'aeroporto con una breve sosta all'Olimpic Cafe' per fare colazione (cosi' abbondante che non avremo bisogno di fare pranzo!). Voliamo ad Honolulu dove avremo 9 ore di tempo per visitare Pearl Harbour prima di imbarcarci sull'aereo per Los Angeles.
Con poche fermate di pullman raggiungiamo la base militare e alla modica cifra di 37 dollari a cranio abbiamo la possibilita' di entrare in un sottomarino (e qui chi non e' claustrofobico, lo diventa!), in una nave da guerra, apprezzandone gli spazi piu' vivibili, in un hangar, osservando alcuni tipi di aerei utilizzati nella seconda guerra mondiale e visitando la baia, location dell'omonimo film.
A questo punto la vacanza hawaiiana si puo' decretare veramente conclusa e mestamente ce ne torniamo verso l'aereoporto per cenare e aspettare il nostro volo. Crediamo di aver visitato in lungo e in largo le isole: in 9 giorni di meglio proprio non potevamo fare. L'unico pensiero va ancora alla villa del telefilm Magnum PI... sara' stata visitabile? Mah! Il vero sogno sarebbe abitarci, non solo vederla!
That's all folks! Ci vediamo a Los Angeles!

Marco & Paola.

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