I giorno in Israele



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Sono nuovamente in partenza!
Questa volta e’ quella vera, quella agognata, quella costruita tassello dopo tassello: la proposta di Marina, i primi contatti con il prof. Arnon (diventato ben presto Shlomi), l’accordo sul periodo (non esente da dubbi e sovrapposizioni con altri impegni, come e’ normale nella mia vita), il tira e molla sulla borsa con il prof. che organizza questi scambi (io e Marina inizialmente avevamo pisciato troppo lungo… ci siam dovuti ridimensionare), la prenotazione dei biglietti aerei, la stipula dell’assicurazione sanitaria (chissa’ perche’ qui non vale il modello che fai quando lasci l’Italia per un Paese Europeo?), la scelta del tema di ricerca da trattare.
Sono sicuro che su questo punto, tutti sarete curiosi di sapere di cosa mi occupero’ (in un certo senso anche io…), beh, allora chi vuole saperlo legga qui di seguito, altrimenti saltate pure il capoverso:
Shlomi si occupa di optical sensor networks, io di WSN (o, come dice Giulio: vale’senso-netvocs), allora con Marina gli abbiamo proposto di riesumare un vecchio articolo che avevano iniziato a comporre Emanuela e Fabrizio sul beamforming distribuito per far parlare una WSN con una piattaforma stratosferica o un velivolo a bassa quota. Shlomi non mi e’ sembrato recepire con entusiasmo il tema: ce ne ha controproposto un altro che non potevamo assolutamente rifiutare, in merito al tradeoff tra energia spesa per formare il fascio e la BER che ne scaturisce (in realta' ancora non ho ben inquadrato il tema, data la fretta con cui sono partito, ma questo e’ in realtà un dettaglio…:-P) e quindi, alla fine di queste righe ci possiamo considerare pronti alla partenza!!!

Martedi’ ore 04.19: mi punto la sveglia. Mi alzo dopo una notte passata a dormire di sasso, trovo mio padre gia’ in bagno (era molto piu’ agitato di me per svegliarsi ore prima…), mia madre si alza in contemporanea a me (secondo me origliava alla porta per comparire al mio primo gemito mattutino), la nonna se la dormiva (per una volta nella storia della nostra famiglia, mi sono svegliato prima di lei).
Colazione, barba, vestiti, lucchetto alla valigia, orologio, saluti e abbracci (nonna continua a dormire, saluti in diretta dal blog visto che non ci siamo salutati dal vivo ☺), si scende in auto e si va a prendere Paola: vista la mia proverbiale puntualità; appuntamento alle 5.00, spuntiamo alle 5.20… Santa donna!!

Arrivo a Caselle ore 5:40, check-in con bagaglio che arrivera’ direttamente (e lo trovero’ veramente) a Tel Aviv e saluti tristissimi!!! Passo il Metal Detector (famoso gruppo Thrash) con professionalita’ da ladro e il primo volo ci mette venti minuti in piu’ solo per decollare. Che palle st’Alitalia, peggio delle Ferrovie!
Arrivo a Roma, prendo i bagagli e non trovo il cellulare. Dove caspita l’ho lasciato? Ultimo ricordo risale a quando l’ho spento e l’ho messo in mezzo alle gambe: panico, guardo per terra, mi corico e faccio coricare l’hostess (…) per terra ma niente di niente. Manca un quarto d’ora all’imbarco dell’altro aereo, ormai triste salgo sul pullman diretto all’uscita e mi dirigo verso la polizia: meno male che per fare una denuncia in Italia ci vogliono piu’ dati che per scrivere un articolo: questo mi fa desistere in modo da non perdere l’altro aereo e nello stesso istante in cui esco dall’ufficio un flash mi trapassa l’unico neurone che ancora non si e’ ribellato alla desertificazione del mio cervello: il cellulare e’ in quell’unica tasca dove non metto mai nulla e nella quale, mettendocelo, mi ero detto un’ora prima: scommettiamo che non ti ricordi di dove lo stai mettendo? (Infatti…)
Con il sudore che arriva fin dove non batte la pioggia, passo il controllo passaporti e faccio i kilometri per andare al mio gate C21 nella zona voli internazionali. Piedi, navetta, piedi, scale, sudore, telefonata, scale, scale. Arrivo al Gate e inizia l’interrogatorio anti terrorismo. Scopro in seguito che il terrore degli israeliani e’ che qualcuno ti metta a tua insaputa una bomba nella valigia (ecco perche’ ti chiedono se te la sei fatta tu e se per caso l’hai lasciata incustodita).
Bene, si sale sull’aereo Alitalia 3+3 posti e accanto a me si siede un rabbino: barba nera lunga, cappello nero, cintura con le fettucce (penso, una per ogni regola della Torah) e inizia a pregare e a dondolare come si vede nei filmati del TG1. Poi tira fuori delle monete e un piccolo salvadanaio pieno di scritte in ebraico e ogni tanto piazza una moneta nel salvadanaio. Non sara’ la prima volta che oggi mi stupisco di qualcosa. Magari sul salvadanaio c’e’ scritto Naveen Kumar e io non lo sapro' mai... NAVEEN, SIAMO PIU' VICINI ORA CHE SONO QUI. LO SAIIII? TE NE FREGA NULLA? No, vabbe'! Ciao!

Chi e’ arrivato fino qua nella lettura? Solo io che nel frattempo rileggo… Lo so, ma come un mio collega che ha avuto la mia stessa idea ha scritto nel suo blogghino, questo diario io lo tengo per me: saro’ prolisso, ma non mi interessa. Voglio che, quando andro' a rileggermi, capiro’ come la sto pensando adesso in merito a tante questioni: questo diario mi rispecchia, qui vi ritrovero’ il vero Marco. E’ anche vero che non avro’ tutto questo tempo per sproloquiare in liberta’ nei prossimi giorni, quindi ne approfitto stasera che, dopo una giornata di viaggio, sono fresco come una rosa. Domani poi faro’ l’upload di quello che sto scrivendo ora nel dormitorio, visto che ora sono senza connessione!!
Ah, dimenticavo: ho cercato di documentare ogni riflessione e ogni osservazione che facevo per strada. Lascero’ per ogni post un link attraverso il quale andare a vedere le foto relative a quanto racconto, con un minimo di descrizione per ognuna.

Il viaggio vola via veloce, dormo cullato dal rabbino che prega, mangio il cibo internazionale dell’Alitalia (mentre il rabbino compra e degusta il cibo da un altro baracchino che riporta la scritta: pasto approvato dall’assemblea internazionale dei rabbini) e mi leggo con molta "nonscialasc" l’Herald Tribune, che riporta una notizia in prima pagina sconvolgente: l’inquinamento in Italia e’ il primo in Europa… Ecco perche’ nascono tanti nani pelati… (vi era scritto ‘pelats nines’, non so se ho tradotto bene).
A Tel Aviv trovo un paesaggio strano: grattacieli, molto verde, arbusti bassi e contorti (stile ulivi in Sicilia). Moderno e arsura si mescolano. Esco dall’aeroporto dopo qualche domanda sul perche’ mi trovo in Israele e dopo aver cambiato 100 euro in 560 NIS (New Israelian Shekel) e mi ritrovo a fare il biglietto per il treno per Be’er-Sheva. 23 NIS, 28 con la prenotazione, che non faro’… La prenotazione costa solo un euro in piu’: come fai a riservare i posti su un treno che, scopriro’ a breve, non ha i numeri sui sedili?
Inoltre, mi chiedo perche’ da noi riservare un posto costi 3 euro e qui meno di uno… diversita' dei costi e’ diversita’ di abitudini? E’ la domanda che fa l’offerta? Eppure altre cose costano uguale qui e in Italia… a volte mi sembra che in Italia il costo maggiore serva per risanare conti e bilanci. Non sono le cose (i servizi) che hanno valore aggiunto, c'e' di mezzo la furbizia dei commercianti!
Nonostante scrivano al contrario, ho notato che la macchinetta accetta i soldi dal dritto… mi viene in mente quella barzelletta in cui un ebreo di sabato trovava 100 euro per strada e non poteva chinarsi a raccoglierli: di colpo, attorno a lui tutto era diventato domenica…

Devo aspettare il treno 25 minuti, mi chiama Shlomi per capire a che punto sono (oggi ha le lauree), vi sono un bel po’ di persone alla fermata: sembra una stazione metro’ scoperta. Ragazzi molto occidentali: sigaretta, Harry Potter da leggere, cellulare sulla gamba, skate board… stazione sotto/accanto l’aeroporto: arrivano dalle bocchette della hall dell’aereoporto (vedi foto) gli effluvi di quei locali: disgusting!
Ho sempre pensato che in posti come questi si vivesse con un senso di provvisorietà’ addosso. Mi sarei aspettato che la gente andasse in giro a lavorare senza borsa, ne’ borsello, quasi facendo le cose parzialmente. Invece ho capito meglio: qui vivono non con senso di provvisorieta’, ma con un continuo senso di allarme. Controllano ogni cosa: in ogni locale pubblico vieni perquisito (universita’, stazione, market, ovunque), ma la vita va avanti normalmente, quando sei ‘entrato nel sistema allarmato’. E’ la stessa sensazione che provavo al campo in Sicilia, durante la tappa sull’Etna: quella gente convive con l'Etna… ma la terra e’ troppo importante, non la si abbandona: si scende a compromessi con i propri nervi per essa!

Sul treno, militari ovunque, ma tutti senza mitra spianato: scopro sul treno parlando con una simpatica signora sulla cinquantina che sapeva l’inglese bene come solo chi e’ stato colonizzato lo sa parlare (oppure solo se ti chiami Marina Mondin…), ebbene scopro che i militi in Israele viaggiano gratis su ogni mezzo pubblico e moltissimi, essendo Israele grande non piu’ di 200 km in lunghezza, meno della meta’ in larghezza, fanno normalmente i pendolari! Ecco perche’ tutti sti militari in vista, cosa che non sara’ in Be’er-Sheva, citta’ normalissima!
I militi hanno una divisa tutta cachi, e sulla mostrina sulla spalla sinistra e’ raffigurata la bibbia elevata in alto da un paracadute: mi ha fatto riflettere questa immagine. E’ un po’ come se noi avessimo sulle mostrine la costituzione trainata da una Ferrari… Ah il potere dal Made in Italy!!
Paesaggio? Sud Italia: case basse, spesso non finite e mal intonacate, centinaia di parabole sui tetti con altrettanti serbatoi per l’acqua calda, messi pero’ verticalmente e che assomigliano a tante latte d’olio… Magari si lavano con l'olio. Nella Bibbia non ci sono tanti rimandi agli olii profumati? Mah, forse faccio confusione! :-)
Traversine abbandonate a lato del tracciato ferroviario… ritrovo molto dell’Italia!
Prima fermata: Lod o Lot, sale una signora distinta con la gonna lunga, sembra una uscita dal film "The Village", la quale lascia un opuscolo sul banco. Pensate sia il solito finto drogato all’italiana? No, guardando il volantino totalmente in israeliano, mi raccapezzo solo con le figure. Ci sono tante foto di feti. www.friendsofefrat.org e’ l’unica scritta in caratteri occidentali. Chissa’ se sta signora non stia veramente passando sul treno a sensibilizzare per una giusta causa invece che per scippare soldi agli ingenui?
Avete mai osservato gli occhi di chi legge? Si muovono da sinistra verso destra per chi guarda il lettore: qui li muovono effettivamente al contrario, simpatica sta cosetta!
Militari ovunque dicevo, soprattutto donne. Di fronte a me una, con un bell’orologio col velcro sopra, in modo che il sole non la tradisca, una accanto a me che dorme mentre ascolta musica, una nell’altra fila con i sandali: ma puoi? E gli anfibi dove sono? Non e’ che oggi sei in licenza ma ti vesti cosi’ solo per non pagare il viaggio? Tutto il mondo e’ paese…
Ora, dopo Gat & Top (tipica localita termale...???), distesa verde a destra e a manca: sembra il tratto in treno da Grosseto a Civitavecchia. Poi, un campo di girasoli, il mio fiore preferito: sono il solo? No, so di essere in compagnia… Alzi la mano chi la pensa come me!!!
Il pannello luminoso continua a dare info utili ma mi vien da ridere perche’ non ci capisco nulla! Sembra uno di quei pannelli rotti che in Italia compongono lettere strane e distorte!

Il viaggio continua!!! Sto leggendo Zola, in Teresa Raquin scrive: “Si sentiva solo il rumore frettoloso di passi che risuonano sulla pietra con irregolarita’ irritante”. Irregolarita’ irritante, ma puo’ esserlo anche la regolarita’? Forse e’ proprio questo il dubbio che mi fa stare qui in Israele: puo’ essere la regolarita’ di una vita, Irritante? La felicita’ nella mia vita in questo periodo cos’e’? Assimilare, scoprire, realizzarmi, curiosare, oppure mettere gia’ in ordine quel che ho assimilato e rendere regolare quel che faccio? E' ancora il momento di assimilare o gia' di riordinare?
Siamo arrivati a Be’er-Sheva. Scendo! Mi viene a prendere Zhe (che si legge Ge’), che mi abbraccia e con la sua puzza di fritto mi porta in camera. Scopro di dividere il mini appartamento con un professore di matematica di Milano, molto alla mano e simpatico. Si chiama Clemente… Insegna Analisi Funzionale! Gli chiedero’ meglio altre info, devo uscire per incontrare Shlomi: una persona squisita. Viene a prendermi con i tre figli, 8 - 5 - 0.8 anni. Troppo divertenti, abbiam gia’ fatto amicizia. Visitiamo un monumento da cui si vede un bel paesaggio desertico in lontananza e un tramonto suggestivo!
Durante la serata si cena a base di Pita (pane), insalate e intrugli strani, molto speziati, cosa che a me piace decisamente (al mio stomaco pure, per ora, vediamo quanto regge). Coi bambini e Zhe impariamo a ripetere i numeri in israeliano, italiano, inglese e cinese… come serata niente male!
Ci si ritira, sono qui adesso, solo a scrivere mentre so che la Pattuglia questa sera ha fatto riunione per me da Daniele per vederci e io non ho ancora una connessione per una videocall. Mi spiace fratelloni, son arrivato da troppo poco per pretendere un collegamento!!! Domani lo avro’, appuntamento alle 10.00 con Ge' (Zhe) per le pratiche burocratiche!!!!

NOTTE, un abbraccio a tutti,
Marco

5 commenti:

Giu ha detto...

Posto un commento, che nessuno leggera' data la lunghezza estrema del post. Ho una curiosita': 0.8 anni significa 8 mesi? Ricorda che il sistema annuale non e' decimale ma dodecimale! Se invece il suddetto bimbo ha 9 mesi e 24 giorni, corrispondenti appunto a 0.8 anni (conversione fatta da Pasquale Cataldi, op.cit.), allora sei un ingegnere perverso e maniaco :-) Buona permanenza!

Pale ha detto...

Grande Marco! Sinceramente le notizie di guerra a Gaza non mi entusiasmano. Ricorda, nel dubbio urla più forte che puoi e buttati a terra. Io l'ho fatto quando sono stato preso da sconforto per lunghezza del tuo post!! I conti sull'età del 3o figlio sono arrotondati, forse dovevo derivare da qualche parte.... MA soprattutto anche il piccino imparava i numeri in cinese?! E soprattutto, insegna ai bimbi i numeri in italiano sbagliati: ovvero digli che 3 si dice sette, 1 si dice nove, e così via. Così quando verranno in italia per turismo si sbellicheranno dalle risate!!

Anonimo ha detto...

diciamo che il post è lunghino.. ma visto che cazzeggiavo alla grande l'ho preso come una sfida e l'ho finito.. concordo con Pale sul fatto dei numeri, ma occhio che il bimbo di 0.8 anni non ti freghi con la stessa tecnica ;) stammi bene

Anonimo ha detto...

Ma un centro ricerca a Trofarello o Poirino non c'era??? Decisamente vai in un posto abastanza caldo, e non solo per il clima...ocio, mi raccomando!

Vedo che l'armata degli ing. si focalizza sullo 0.8 dell'età...quando invece ci sono problemi ben più gravi: come resisterari tutto questo tempo senza spaghetti alla carbonara, agnolotti al sugo d'arrosto, bolliti misti, valdostana, e altre lecconie simili?

Commenti mangerecci a parte, buona permanenza in Israel e ti leggerò con piacere tra un momento e l'altro di duro lavoro (buona questa :-) )

Alla prossima!

Anonimo ha detto...

potevi mettere un po meno di foto dall'aereo
vai marco tutta la curva è con te
guido