San Francisco: here I come!




Carissimi tutti,

ben trovati dopo qualche mese di stop. Questo silenzio e’ dovuto al fatto che non ci sono stati viaggi pregni di novita’ di cui parlare, tranne qualche puntata in Sicilia, a Civitavecchia o in barca. Adesso pero’ il salto e’ grande e quindi eccomi qui a iniziare la narrazione.

Ci sarebbe da spendere qualche parolina sulla diffidenza e sulla lentezza degli americani nel consegnare o nel richiedere con tempestivita’ ogni singolo documento dei circa 30/40 necessari per l'espletamento delle pratiche del visto. Supponiamo che questo voi gia’ lo sappiate perche’ in qualche modo informati dal sottoscritto o da chi mi ha seguito da vicino in questi ultimi giorni (da luglio in realta'...), ovvero dal momento in cui abbiamo definito il periodo all’estero a quando ho messo il mio pesante deretano sull’aereo giusto!

Partenza da Torino
La mattina inizia presto, pioggerella noiosa che rende tutto un po’ etereo e sveglia che si fa attendere perche’ gli occhi si aprono prima del dovuto. Sogni confusi di viaggi improbabili di ritorno da una misteriosa guerra: lascio agli analisti qualsiasi interpretazione. Colazione, doccia, caffe’, risposta sms a chi in maniera dolce e inaspettata mi scrive all’alba per augurarmi buon viaggio e poi carico dell'auto per andare a recuperare la santa Paola che ha deciso di sua sponte di farsi la levataccia per autoinfliggersi questo supplizio del saluto aeroportuale che non auguro a nessuno (almeno se ci si trova di qua della barriera dei controlli).

A caselle il check-in e’ breve e indolore, le valigie passano senza superare il limite di peso (siamo stati abbbravi)!
Mi trovo con due valigie piene, sebbene sperassi di mettere meno roba, non solo per una questione di essenzialita’ (sempre poco incline, ahime’), quanto per la poca lungimiranza sulle dimensioni dei bagagli al ritorno. E’ doveroso lanciare subito un appello a questo proposito: chiunque avra’ la felice idea di venirmi a trovare (vitto e alloggio garantiti, purche’ io sappia chi siate :-p), dovra’ rigorosamente venire con il proprio bagaglio non pieno, affinche’ possa caricarsi non solo eventuali souvenirs e amenita’ acquistate, ma anche qualche piccola cosetta che gli/le affidero’ da portare in patria.

Nel giro di un caffe’ e un croissant, quando le lacrime stentano a rimanere salde al loro posto, incontro nell’ordine il prof. Ajmone Marsan e il prof. Naldi, esimi esempi di come il Poli (anzi la Terza Facolta’) sia sempre in movimento!
Il saluto e’ triste per chi lascia e per chi viene lasciato, ma il primo ha una carica indubbiamente positiva che gli permette di sorridere al futuro! Con questo ossimoro di sentimenti nel cuore, varco i controlli e mi trovo nella hall in attesa dell’imbarco. Qui incontro in modo inatteso colui che mi terra’ compagnia per la prima parte del viaggio. Il prof. Roberto Gaudino, altro famoso (per gli addetti ai lavori) esponenti del Gruppo TLC del nostro Dipartimento. Con Roberto ho avuto la possibilita’ di collaborare in qualita’ di rappresentante dei dottorandi nelle varie fasi relative al trasloco che ha interessato e sta ancora interessando il nostro dipartimento. Posso dire che oltre ad essere un ottimo professore per i corsi seguiti quando ero studente, e’ anche una persona disponibile e decisamente cordiale.
Ricordo che tempo fa uno studente anonimo scrisse un commento alla fine di un corso a un docente TLC, tacciandolo di tirarsela troppo, cosi’ come gli appartenenti al suo gruppo di ricerca. Immagino sia intuibile ma non ammissibile un atteggiamento del genere quando si arriva ad avere riconoscimenti in campo internazionale, pero’ mi fa piacere che ci siano ancora dei personaggi che, seppur famosi e validi dal punto di vista scientifico, riescono ad esserlo anche dal punto di vista umano. Non e’ un passaggio scontato, anzi spesso sono due caratteristiche che tendono a respingersi.

[Sono a 36000 piedi da terra e stiamo viaggiando ad una velocita’ di circa 600 miglia orarie sopra Reykiavik. Ma continuiamo con il flashback...]

Il Viaggio
Ho divagato, ve ne chiedo scusa! Il viaggio prosegue quindi in compagnia di Roberto. Si chiacchiera di corsi, di bravi docenti, ci si stupisce della lentezza nell’ottenere il visto, si sorride quando salendo sull’aereo prendo (per leggerla per l’ultima volta per i prossimi 6 mesi) La Gazzetta dello Sport!
Il viaggio passa veloce, poche turbolenze, molte montagne da vedere che spuntano come iceberg da una coltre di nubi che ci accompagna da quando decolliamo fino al confine tedesco, dove sembra che abbiano pagato per far cessare le nubi in concomitanza con l’inizio della pianura (della Ruhr? Foresta Nera? Vecchie reminescenze di quando studiavo tedesco alle medie... In realta’ in geografia sono un po’ una ciofeca!!!)
A Monaco ci si saluta (Roberto continua per Stoccolma) e a me aspettano 5 ore di attesa (11-16) prima del prossimo volo! Trovo agevolmente la strada verso il gate che mi compete (H02) e sulla strada, dopo il classico controllo passaporto, mi imbatto in una Sala di Spiritualita’ Multiconfessionale. I passi mi spingono in quella direzione: entro in una sala quadrata modernissima, dalle pareti nere sulle quali sono riportati dei passi di varie scritture, con alcuni vetri che circondano il tronco scortecciato di un albero. Una strana impressione ma comunque bel posto. Per non scontentare nessuno, hanno scontentanto tutti (hanno pensato di non mettere alcun simbolo religioso, solo l'albero per i panteisti!).
Ci sono molti libri di scritture. Trovo il Vangelo di Luca in 5/6 lingue con la prefazione affidata alla testimonianza di alcuni illustri calciatori in merito alla loro fede ritrovata: si va da Asamoah a Denilson... Che sensazione leggere il testo: una traduzione italiana orrenda, fatta probabilmente da un traduttore automatico dall’inglese (forse la CEI qui pensano sia la Commissione Episcopale Inglese) e lo stesso testo inglese sembrava scritto per un bambino di terza elementare. Insomma, ho pregato a modo mio, evitando di umiliare Luca che tanta cura ci aveva messo nel comporre la sua opera ispirata dal Signore!
Prima di uscire mi attardo a fare due cose: leggo una lettera che i miei genitori mi hanno scritto ieri sera prima di partire, che mi fa capire quanto amore e quanta rettitudine c’e’ nei loro cuori e lascio una dedica nel guestbook del luogo!

[Qui intanto e’ iniziato un film, quindi non so dove siamo, ma supponete di essere dopo l’Islanda che non sbagliate: direzione Nord/Ovest!]

Rimangono ancora 4 ore di attesa che ammazzo leggendo un bel libro sul contro interrogatorio giurisprudenziale di Carofiglio, libro che mi sono regalato tempo fa nella speranza di capire quali potrebbero essere possibili trucchi applicabili nella vita quotidiana per evitare di farsi turlupinare durante una discussione quando capita che “ti rigirino la frittata”. La lettura corre liscia tra un panino e una puntata ai servizi fino all’imbarco: l’aereo che ci ospita e’ enorme, mi cerco la mia fila 51 posto H e accanto a me si siedono un sacco di indiani d’India dal profumo speziato! Inizia il volo con la rullata che sembra al rallentatore rispetto agli aerei piccoli di linea che sono abituato a prendere normalmente. La rotta passa da Dusseldorf, Amsterdam, lambisce Aberdeen, passa sulle Falkland e a nord delle Faeroe Island per proseguire verso l’Islanda. Fuori diventa subito buio e non sarebbe cosi’ se la rotta seguisse un parallelo: ma questa non sarebbe la rotta piu’ veloce, perche’ chi ha studiato navigazione, sa che la distanza minima viene coperta correggendo spesso la rotta per assecondare la curvatura della terra (rotta ortodromica)!

[Sono le 19.35 italiane, sono passate esattamente 3 ore e poco piu’ dalla partenza e quelli della Lufthansa contano di prenderci per sfinimento. Sono gia’ passati con uno snack e da bere, poi con del caffe’, poi con bibite, poi con la cena (vegetariana per me, stile Indiana e non mi dispiace, l'unico problema per il proseguo sono i fagioli...), poi con bibite e poi con super alcolici. Io per ora non ho preso tutto, ma nonostante questo, necessito di andare in bagno!
Cosa succedera’ tra poco? Sicuramente ora devo compilare il modulo I-94 da presentare alla dogana, poi non so... ve lo raccontero’ strada facendo: mi viene in mente quel film “Balle spaziali” , nel quale in una scena viene riproposto quel che e’ avvenuto nel film, finche’ non vanno tanto avanti veloce con la videocassetta che si vedono ripresi in tempo reale.
Non avrete capito nulla, me ne scuso. Comunque, film comico molto poco istruttivo, lo consiglio a chiunque voglia farsi due risate leggere, senza aspettarsi un racconto edificante!
Beh, a dopo, vado in bagno e poi mi guardo il film!!]

Sono passati due film, il primo non ho capito cosa fosse, so solo che parlava di un bambino che diceva di provenire da Marte. Qualcuno mi sa dire il titolo?
Sul secondo sono piu’ ferrato, era Ratatouille, veramente divertente! Il topino che sa cucinare! Grandioso! Sono le 23:15 ora italiana, stiamo volando verso Calgary, sotto la Queen Elizabeth Island e mancano 2241 miglia (4:10 ore) all’arrivo! Fuori ci sono -65 gradi centigradi, siamo a 10900 metri d'altezza e corriamo a circa 995Km/h. Cosa volete sapere di piu’? La cosa divertente e’ che la gente comincia ad essere stanca, ci si muove, si va in bagno che e’ al piano di sotto, si legge in piedi, si prende da bere e da mangiare. Sono al quarto bicchiere di spremuta d’arancia e al secondo di acqua. Li sto impilando uno dentro l’altro nel portabicchiere del sedile anteriore. Mi ricorda tanto Giulio questa cosa!

Stiamo inseguendo il tramonto, prima vi ho raccontato che era notte fonda, adesso di fronte a noi c’e’ un tramonto spettacolare. Troppo divertente questa cosa! Inseguiamo il sole dopo che lui ci ha sorpassati! Tolomeo sarebbe fiero di me! Ora quasi quasi riprendo in mano il libro. Prima l’ho lasciato perche’ il cibo chiamava, ma oltre questo era un momento di forti turbolenze! Ora invece andiamo lisci lisci come l’olio! Stupendo! Il ragazzo accanto a me ha un IPod con schermo e si sta vedendo gli 80 film che si era precedentemente caricato in memoria! Tutta roba legale!!! :-p
Sappiate che tra un film e l’altro ho compilato i moduli che dovro’ presentare alla frontiera per entrare (come se non bastassero quelli che ho gia’ fornito). Tra l’altro mi si chiede se sono portatore di malattie. Ma si puo’? Certo che si, che domande! Mi chiedono anche se ho valori da dichiarare e se ho vegetali o animali con me... Tranne i soliti pidocchi, secondo voi lo devo dichiarare il chilo di caffe’ per la moka, che mi son portato?? :-p
Mancano 4 ore, torno al libro, ci si sente dopo ne’!

In Albergo!
Tutto e’ accaduto cosi’ in fretta... che non ce l’ho fatta a raccontarvi in tempo reale quel che stavo vivendo! Sono le 4am di mercoledi’16 gennaio!
Ieri, quelle “4 ore all'arrivo” sono passate con un altro pasto a base di beef (spezzatino con patate e piselli, l’alternativa era pasta con verdure......), altri cartoni animati e la lettura del libro! Fuori si vedeva un tramonto rosso spettacolare, molto piu’ carico di qualsiasi tramonto abbia finora visto. Il ragazzo accanto a me ha fatto delle belle foto e gli ho lasciato la mia email perche’ me le mandasse. E’ la prima volta che mi capita di viaggiare senza macchina foto, infatti la mia e’ rotta, ne approfitto per cercarne qui una nuova.
La discesa su San Francisco e’ mozzafiato. Scusate se racconto cose che molti fanno abitualmente, ma per me e’ stata un’emozione senza precedenti. L’aereo arriva da nord poi nella baia si avvita per due volte per perdere quota e alla fine atterra dando l’impressione di toccare l’acqua... all’improvviso sotto il sedere ti trovi la terra ferma e allora tiri un sospiro di sollievo!
Veloce a scendere, sapevo che avrei trovato coda al controllo passaporti: c’e’ un corridoio stretto e lungo che collega tutti i gate alla barriera di controllo. Mentre le facce conosciute del volo camminano a passo svelto, da un gate laterale arriva una moltitudine di asiatici appena scesi anch’essi dal loro volo: un’invasione pacifica che complica l’attesa. Mi metto in fila, arriva il mio turno, il tizio mi chiede le impronte digitali (forse per confrontarle con quelle che ho lasciato a Milano), mi fa la foto, mi chiede che ci faccio qui e quando sente che mi occupo di telecomunicazioni mi dice: Marconi, do you know? (hi no?) Io non potevo esimermi dall’esternare compiacimento verso tanto acume! Mi lascia passare con benevolenza e vado al ritiro bagagli dove mi tocca aspettare mezz’ora. Valigie eterne! Corsa verso l’esterno, osservo l’aeroporto (chissa’ quali film avranno girato qua dentro? Chi me ne dice almeno uno?) e mi informo per i taxi. $68 per andare a Berkeley. Vado verso gli shuttles (come quello che avevo preso da Gerusalemme a Tel Aviv) e questo mi porta a $39. Si chiacchiera col conducente, un sovietico emigrato a SF anni fa. Passiamo da SF sulla baia in direzione Berkeley, mi mostra Okland e mi spiega i nomi dei vari ponti! Arriviamo alla University Ave e il classico albergo americano con le camere che danno sul ballatoio e sul parcheggio sottostante mi si apre davanti.
Qui non prendono la postepay con la quale avevo prenotato ma, appena chiedo di pagare in contanti per le prime due notti, la signora non fa troppe storie e, anzi, mi spiega la differenza delle varie monetine americane, alle quali dovro’ presto abituarmi.
La camera e’ confortevole, un onesto 2/3 stelle italiano. Cerco di ritardare il piu’ possibile l’andare a dormire perche’ so che mi sarei svegliato presto in piena notte e infatti alle 3:30am (12:30 italiane) perdo completamente il sonno: sono costretto ad alzarmi, aggiorno il blog, guardo COPS alla TV, disfo valigie, saluto amici su skype e MSN. Insomma, apparentemente sembra che si sfrutti meglio la giornata, in realta’ so che a meta’ pomeriggio avro’ un sonno dell’accidenti!
Oggi mi attende la presentazione in laboratorio e la visita alla prima casa, sperando che sia anche l’ultima! Cosi’ mi sistemo e passo oltre! Tutto dipende da quanto sapro’ non essere schizzinoso!
Chiudo questo post lunghissimo, con la certezza che non avro’ tantissimo tempo prossimamente per scrivere queste sbrodolate. Mi limitero’ a foto e poche considerazioni. (Ci credete??) Mah...
Un abbraccio a tutti voi,

US-MARCO (UrSo MARCO) :-)
(penosa)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

ecco, sono la prima:-P letta tutta d'un fiato..mmaaamma ne hai scritte eh?! che bello, ti invidio un po' per l'esperienza, mi piacxe la frase che hai scritto "Un viaggio serve per crescere, ma serve anche perchè tu possa dire di avere un luogo in cui tornare.
" di ciìhi è? spero di rifarmi anche io il prossimo anno...
in bocca al lupo!!!
carola

Giu ha detto...

Potrei essere la prima persona a leggere questo post... quindi ne approfitto per non fare commenti idioti come al solito e farti l'in bocca al lupo. Lascio che la mia creatinità (creatività + cretinità) si sfoghi nei tuoi prossimi post.
PS: grazie per la citazione :-)

Giu ha detto...

Sono il secondo, D'oh!

Anonimo ha detto...

Bravo! la successione delle descrizioni geografiche mi sembra corretta! Segno che abbiamo speso bene i soldi per mantenerti agli studi ... di geografia!
Una domanda mi sorge spontnea: Le FAROERRR le hai riconosciute per i baccalà e gli stokkafissi stesi al sole?
Comprati subito una macchina fotografica da 20$, così ci fai vedere qualcosa di San Ciccino.
Bacioni dai tuoi genitori atque parentes (latino!)

Anonimo ha detto...

non volevo restare anonimo!!!
Nuccio sono

Anonimo ha detto...

Tanti tanti bacioni e saluti dalla tua cuginetta!!:)mi meraviglia che tu, l'amante di fotografia per eccellenza, non ti sia comprato una macchina foto prima di partire...ahiahi:p goditi ogni singolo attimo.
Ciao Alessia.