XIX Giorno: Gerusalemme!
Carissimi,
raccontare i due giorni passati a Gerusalemme mi spaventa, perche’:
1. e’ stata lunga, quindi temo la lunghezza del post
2. e’ stata complessa, quindi rischio di non essere rigoroso, ne’ completo
3. e’ stata intima, quindi non so quanto raccontare, ne’ quanto tacere.
Tutto questo per dire: prendete questo racconto con la relativa cautela! E’ la visita a Gerusalemme di un finto pellegrino che ha cercato di assaporare al meglio una citta’ che si visita in diversi giorni, non in poche ore!
Il viaggio!
Sveglia ore 6.50, colazione, doccia, chiusura valigia, vestizione, chiusura casa, lancio dell’immondizia nel cassonetto cercando di non beccare i gatti pronti a farne mambassa, corsa verso la fermata del pullman, il pullman 470 della Egged arriva nel mio stesso istante, pago da studente l’equivalente di 6 euro e mi volto per trovare posto: un delirio di persone. Tantissimi soldati, alcuni seduti a terra con tanto di valigie in mezzo al passaggio. Uno mi cede il posto e mi sento un po’ nonnetta, ma non vuole sentire storie; forse qui vige la legge non scritta che i militari sono galanti con tutti, non solo con donne/anziani/bambini. Mi siedo vicino al suo collega che ha sulle gambe un lancia fumogeni o un mini bazooka da apprendista. Ad ogni modo, visto il calibro, mi sento subito sicuro!
Viaggio comodo, aria condizionata a manetta, sudore che mi si ghiaccia addosso e non c’e’ neanche il Pier Paolo di turno che mi chiede se voglio cambiarmi la maglietta! Mi sento perso! :-p
Arrivo!
Scendo dall’autobus, passo il controllo dei bagagli con il metal detector (tra l’altro sui metal detector c’e’ scritto, per gli Ebrei piu’ ortodossi, che l’autorita’ rabbinica ha decretato non essere peccato passare dal metal detector il sabato. Lo stesso messaggio lo trovero’ nel pomeriggio vicino al Muro del Pianto. Saro’ maligno nel pensare ad una scelta di comodo? Altrimenti risulterebbero prigioneri di se stessi? Pensate, il Muro del Pianto deserto il sabato? Avranno pensato che questo fosse piu’ sacrilego del passare in mezzo ad un campo di onde elettromagnetiche...
By the way, passo il controllo e via a prendere il bus per il Jaffa Gate. Quale sara’? Mi indicano il 30, si sono sbagliati solo di 10 numeri, in realta’ mi serve prendere il 20. Ma vi devo spiegare tutto io, cavolo di Gerusaliti (o come vi chiamate...)?
Arriva il 20, salgo, pago e facciamo 20 metri, tanti quanti il numero del pullman, poi congestione totale del traffico. La gente comincia a scendere, ma io mi dico: “ ’Ndo te ne vai che non sai la strada e hai la valigia pesante come quella di Paris Hilton alle porte del carcere?” Quindi mi accuccio in un angolo, dopo dieci minuti la situazione si sblocca e si procede verso il capolinea. Sono a Jaffa Gate, l'entrata dall'omonima via alla Old City, dalla parte del quartiere cristiano/armeno!
Sudato, mi trascino la valigia e trovo Casa Nova, il luogo di ospitalita’ Francescana in cui ho prenotato.
Mi danno la camera, perfetta per un prezzo irrisorio, mi sciacquo e mollo tutto: le mie armi d’ora in poi saranno: cartina, macchina foto, cellulare, soldi e il passaporto se dovessero chiedermi qualcosa!
Primo impatto, primi luoghi!
Prima sorpresa assoluta, mentre cammino per St. Francis Street poco lontano da Casa Nova: mi si parano davanti due militari un po’ strani, un po’ stile Guardie Svizzere. Mi sorpassano ed entrano in una porticina. Guardo l’insegna: Arab Catholic Scouts. Che bello! Ho trovato subito gli scout a Gerusalemme! Che famiglia! Che bello vederli tutti in uniforme, persino con gli scarponi in coordinato!
Ma il mio buon umore termina qui! Infatti, il primo impatto con le viuzze di Gerusalemme e’ tremendo. Avevo una fifa pazzesca: alle 10.00 di mattina le viuzze di Gerusalemme sono un brulicare di persone, nessuna lingua amica, tutti che ti assalgono per venderti qualcosa, tu che cammini da solo senza capire dove sei e senza saperti orientare e che non sai dove tenere le mani per evitare fastidiosi scippi! Non puoi neanche fermarti a vedere la cartina, che ti ritrovi subito un souvenir in mano! Viuzze strette, un’odore acre di cibo cucinato con spezie particolari, estrema diffidenza (da parte mia), alla fine mi ritrovo in una via coperta piena di negozietti zeppi di roba, chiamata Cristian Quarter Road, molto simile ad un mercato coperto, stile Porta-Palazzo-Gomito-a-Gomito. Per un attimo ho pensato di vedermi uno a fianco con un coltello pronto. Ripensandoci poi, mi daro’ in continuazione dello stupido per tutto il resto della giornata!
Mi ero ripromesso la mattina a Be'er-Sheva di andar di filato al quartiere ebraico, perche’ avevo visto che il Museo Archeologico Wohl il venerdi’ e’ aperto solo di mattina! Sarebbe stata una bella opportunita’, quella di visitare dal vivo delle abitazioni del periodo erodiano, venute alla luce dopo la ricostruzione di questa zona.
Ma il Signor ha un’idea ben diversa e infatti, appena possibile, mi piazza davnti un cartello con sopra scritto: "Monastero Copto", che sapevo essere alle spalle della Basilica del Santo Sepolcro.
Pertanto devio e mi trovo alla nona stazione della via crucis (non avevo capito che ne avevo passate molte altre, me ne sarei accorto nel pomeriggio). Della via Crucis parlero’ in seguito, ricordatemelo!
Mi ritrovo quindi, senza averlo preventivato, ivi stranamente calamitato, davanti alla Basilica del Santo Sepolcro...
La Basilica del Santo Sepolcro!
... non so quante emozioni colmassero il mio cuore in quel momento, pero’ faccio difficolta’ tutt’ora a metabolizzare, dopo aver visitato quel luogo quattro volte in due giorni.
La Basilica e’ qualcosa di strano: come molti altri posti in Gerusalemme, e’ stata costruita su dei luoghi che la tradizione vuole essere quelli in cui avvennero i momenti importanti degli ultimi giorni di Cristo. Gia’ l’aver costruito sopra un luogo sacro, e’ una pratica a cui non ero abituato: un luogo sacro, lo si delimita, non gli si sovrappone nulla! Per di piu’ vi hanno costruito, senza nessun progetto, ma con l’idea che tutto andava spartito. La Basilica e’ tutto e il contrario di tutto. Luogo di profonda preghiera (non di raccoglimento, perche’ il vero raccoglimento lo trovi in altri luoghi; ad esempio, ve ne era a mio parere molto di piu’ nelle grotte di Lourdes... provate, infatti, a pregare vicino ad un ortodosso, e’ un gran casino...), ma luogo di profonda divisione!
Si pensi solo al fatto che la Basilica e’ divisa a spicchi a seconda delle controversie, dei bisticci e degli incendi che nel corso dei millenni ne hanno scandito e sancito il controllo di una confessione piuttosto che di un’altra: cristiani latini, ortodossi, copti, etiopi. Non sta a me raccontare e banalizzare queste vicende, ma rimango comunque triste e con l’amaro in bocca!
Passiamo pero’ alla parte positiva, che c’e’ ed e’ la preponderante! Pregare davanti alla rocca del calvario, inginocchiarsi davanti al Santo Sepolcro, visitare i luoghi in cui (la tradizione) dice che l’Angelo apparve alle Donne, sono sensazioni per un credente che non si possono esprimere! E’ comunque un’esperienza profonda, direi mistica. La mia preghiera ha abbracciato tutti, credo di non aver dimenticato nessuno, quindi, se per caso oggi o nei giorni seguenti dovesse girarvi bene la vita, sappiate che il Signore vi ha fatto la grazia di stendere la mano sulla vostra testa, se invece succede l’opposto, vuol dire che siete dei casi irrecuperabili!!!
Giro Tranquillo!
Passato il giusto tempo al Sepolcro, comincio ad avventurarmi per le vie del quartiere cristiano.
Seconda tappa, non preventivata, come ogni altra del resto, la chiesa Luterana. Dentro spoglia e bruttissima, ma con un un campanile maestoso. Gli studenti salgono per due Shekel (40 centesimi) e mai affare fu cosi’ grande! Mi trovo sulla cima della torre campanaria a godere di una vista impareggiabile. Si vedono benissimo tutti i quartieri della citta’ vecchia! Strabiliante! Faccio compagnia ai piccioni per un po’, poi scendo!
Sono nel Muristan, esagono di vie che convergono in una fontana centrale e luogo pieno di... provate ad indovinare? Bancarelle, of course!
La fame mi porta da un kebabbaro li’ accanto che me ne fa uno arrotolato in pita-bread spettacolare. Nonostante avesse carne di montone, quindi fosse dal gusto bello deciso, e’ calato alla grande! Tornero’ per una merenda da questo tizio, che al mio ritorno subito si ricordera’ facendomi assaggiare un altro tipo di kebab in pita-bread ma con un hamburger misto carne e verdure. Una leccornia cari miei!
Mi addentro in Cristian Quarter Road e mi ferma un gioielliere arabo che scopre la mia nazionalita' italiana. Comincia a parlarmi in italiano, mostrando che sta imparando la ligua, allora facciamo due chiacchiere, poi mi invita a sedermi e mi offre un the caldissimo con zucchero, tirando fuori un quadernino. E' bellissimo vedere come si fosse scritto tutte le frasi in italiano (da destra verso sinistra) ma translitterate in arabo! Mi chiede di correggergli la pronuncia e di tradurgliene altre dall'inglese! Poi mi lascia andare, dopo aver insistito invano nel convincermi a comprare dei gioielli!
Obiettivo adesso e’ capire come si dipana la Via Crucis. Anche qui scopriro’ che tutto si mischia, come nel Santo Sepolcro. Infatti la Via Crucis parte dal quartiere musulmano, si srotola in una via piena di negozi musulmani vocianti e sale verso il quartiere cristiano e il Santo Sepolcro! Per il momento la percorro al contrario, Gesu’ prima si rialza e poi cade, prima muore e poi viene messo in croce, insomma, se non avessi abbastanza presente lo svolgersi della vicenda, andrei in ulteriore panico.
Visito pertanto le varie stazioni, ognuna con un’edicola o una cappella, finche’ ormai lontano dal frastuono musulmano, arrivo al Convento della Flagellazione, dove Pilato disse: “Ecce Homo”, lavandosi le mani.
Con una simpatica guida sdentata e improvvisata, entro a visitare le fondamenta del Convento (anche qui stesso discorso, costruire un convento su un luogo cosi' importante come la Fortezza Antonia). La visita e’ spettacolare: vi sono i resti della Fortezza, cioe’ di dove vivevano i Romani occupanti Gerusalemme, vi e’ la grande cisterna che serviva al Tempio ebraico per le normali pratiche quotidiane, vi sono i resti del pulpito da cui, secondo tradizione, Pilato consegno’ alla folla Barabba, chiedendo di flagellare Cristo. C’e’ una comitiva di orientali cattolici. E’ sorprendente, cantano nella loro lingua (cin cun cin cin), quel canto di Taize’ che e’ comunemente intitolato Jesus le Christ, Lumière Interieure!
Giro convulso!
E’ primo pomeriggio ancora, ho molte energie! Per questo decido di buttarmi nella baraonda e mi faccio tutta la via El Wad che dalla via Dolorosa porta in salita verso la Porta di Damasco. Un turbinio di gente, di voci, di bancarelle musulmane, molto piu’ casiniste di quelle del quartiere cristiano. Ormai ogni paura e’ scomparsa, ho capito che non c’e’ da preoccuparsi, il corpo e la mente si sono abituati a tutto questo. Ho ancora timore di urtare la sensibilita’ di qualcuno facendo foto, pertanto me ne concedo qualcuna alle bancarelle piu’ colorate (spezie, ortaggi, frutta, vestiti), senza farmi vedere!!!
Mentre cammino penso a Sarajevo: anch’essa citta’ ricettacolo di culture, che ha pagato con morte e distruzione l’incapacita’ di convivenza. Qui pure ci sono stati morti, anche se adesso meno. Non fosse per i fondamentalisti, a me sembra che qui le varie popolazioni convivano, senza quasi cagarsi. In apparente tranquillita’.
Dalla porta di Damasco, ripercorro la via El-Wad in discesa fino al quartiere Ebraico e al Muro del Pianto.
Il quartiere Ebraico!
Qui il mio camminare si fa piu' lento e meditativo. Dopo aver passato i controlli, in cui il milite, avendo saputo che sono di Torino mi chiede se sia pure gobbo... mi ritrovo nella Western Wall Plaza, al cui fondo c’e’ il Muro del Pianto!
Molta gente qui prega, e’ quasi Shabbat, riesco ad avvicinarmi al muro e guardo gli ebrei pregare da lontano, senza entrare nella zona riservata alla preghiera, sebbene, mettendomi una Kipa, potrei oltrepassare il cancello senza ostruzione.
La contraddizione e’ proprio il fatto che in basso ci sono gli ebrei che pregano sul muro di cinta di una proprieta’ musulmana. E sembra che non succeda mai nulla in questo punto. E’ come se dal secondo anello di uno stadio in Italia non buttassero mai nulla a quelli sotto del primo anello. Vi sembra una cosa verosimile? Qui l’inverosimile, acquista credibilita’...
Il quartiere ebraico e’ un dedalo di viuzze ma non mi lascia il segno. Architettura molto moderna, squadrata e poco affascinante. Risalgo le vie piene di gioiellerie e cambiavalute e mi ritrovo nel quartiere armeno e in una via, chiamata David Street, davvero colorata. Sono di nuovo nel quartiere Cristiano e sono alla ricerca dello spuntino pomeridiano. Arrivo dal mio amico kebabbaro, trangugio il secondo tipo di Kebab, contrattando sul prezzo perche’ ormai sono con pochi spiccoli e mi dirigo, non so perche’, verso un luogo che la carta non indica come interessante.
Fuori le mura!
Mi ritrovo a camminare nel quartiere armeno e ad uscire dalle mura della citta’ vecchia. Non so spinto da cosa, forse da una frase sentita in inglese, sembra che da questa parte ci sia il museo della Shoah. Ebbene, lo trovo, ma e’ chiuso, pero’ osservando attentamente i cartelli sono arrivato in un posto assolutamente inaspettato: scopro di essere nel luogo in cui (sempre secondo tradizione), Cristo consumo' l'ultima cena con i suoi: il Cenacolo.
Mentre visito il luogo mi dico: “ Le possibilita’ sono 3:
1. Il Signore ti ha guidato con mano sapiente e ti ha fatto visitare tutti i luoghi piu’ interessanti della Cristianita’ a Gerusalemme (mi piace scegliere questa)
2. Vi sono talmente tanti posti da visitare, in un cosi’ piccolo fazzoletto di terra, che saresti proprio un idiota a non incapparci.
3. La maggior parte dei luoghi che hai visitato sono falsi e ti hanno solo scippato un sacco di soldi... (la meno gratificante ma non la meno verosimile)
Ultimo Giro!
Ritornato all’interno delle mura, faccio ancora in tempo a girare per le viuzze del quartiere Armeno sconfinando in un quartiere Ebraico ormai silenzioso, per giungere alla chiesa di San Marco. Nella chiesa a me personalmente dedicata :-p e’ in atto una celebrazione ortodossa, simile ad una a cui ho assistito a Pasqua di quest’anno a Torino. Entro, mi prendo una fraccata di incenso, ascolto un po’ e poi mi allontano. E’ giunta l’ora di un ultimo momento di raccogliemento al Santo Sepolcro e poi via in camera per una doccia e un po’ di nanna!
La sera si conclude con una cena molto abbondante presso Casa Nova, nella quale ho la fortuna di cenare con 4 signori di Rimini, i quali hanno costituito un’associazione noprofit che fornisce aiuto a vario titolo alla gente qui.
In questo periodo sono a Gerusalemme per aiutare i Francescani a catalogare dei libri in una biblioteca, altre volte sono venuti a portare dei macchinari medici che in Italia consideriamo in disuso ma che qui fanno ancora il loro dovere! Complimenti!
Dopo cena, una passeggiata serale fino al Santo Sepolcro dove mi raccolgo (finalmente nel silenzio) a pregare sulla tomba di Gesu’ e poi, visto che alle 21 la Basilica chiude, ultimo giro fuori le mura, guardando la citta’ da fuori, mentre la luna piena si specchia nei tetti di questa citta’ unica, particolare, esaltante, contraddittoria, che ti folgora e non ti stanca!
Secondo giorno a Gerusalemme!
Il giorno dopo, per caso mi metto la sveglia alle 8.30. Scendo per colazione e scopro che alle 8.30 la colazione termina (mamma che orari) e sono costretto ad elemosinare del pane e un po' di burro e marmellata. Che figura!!! Finisco alle 8.55 e chiedo al receptionist: Quando devo liberare la camera? Alle 9.00? Ahhhhhhhhhh... Di corsa su a rifarmi la valigia e a liberare la camera!!
Mi ritrovo alle 9.20 pronto nella hall per partire. Ma il mio sherut (taxi collettivo) sara' alle 11.45. E ora?
Me la prendo comoda allora per una preghiera mattutina al Santo Sepolcro e un giro per souvenir, durante il quale faccio fuori il misto di euro/dollari/shekel che ancora ho in tasca con l'acquisto di un oggetto prezioso e significativo per me e Paola. E' probabile che un giorno, chi bazzichera' a casa nostra, lo riconoscera'!!!
Il pomeriggio lo passero' ai controlli di sicurezza dell'aeroporto, in cui mi perquisiranno ogni cosa e molto a fondo e ad usufruire della connessione wireless gratuita della sala attesa in attesa del volo che mi riportera' ad abbracciare i cari a Torino!!
Un abbraccio meritorio a tutti coloro che sono riusciti ad arrivare fino alla fine e a condividere con me le emozioni di quest'avventura fantastica!!!
Un grazie sincero,
Marco
Pubblicato da Marco il giorno sabato, giugno 30, 2007
Etichette: cibo, filosofeggio, Israele, mercato, Old City, viaggio
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1 commento:
Ma che commento è??? Lo spam arriva pure qui?? Cmq mi sa che si dice Gerusalemmi e non Gerusaliti!!! eheheh
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